Il Rapporto “Ismea – Qualivita” sulle eccellenze alimentari italiane. Ma quali danni nel 2025 dopo i dazi?

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Il Rapporto Ismea–Qualivita è un’analisi annuale che valuta i valori economici e produttivi delle produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane a Indicazione Geografica (DOP, IGP, STG). L’ultima edizione disponibile, la XXII, è stata presentata il 2 dicembre 2024 e si riferisce ai dati del 2023.

Secondo questo rapporto, nel 2023 il settore delle DOP e IGP ha raggiunto un valore alla produzione di 20,2 miliardi di euro, segnando una crescita del 52% nell’ultimo decennio e contribuendo per il 19% al fatturato complessivo dell’agroalimentare italiano.

Settore alimentare: ha superato per la prima volta i 9 miliardi di euro, registrando un aumento del 3,5% rispetto all’anno precedente.
Settore vitivinicolo: ha registrato una lieve flessione, attestandosi su 11 miliardi di euro, con una diminuzione del 2,3% in valore e dello 0,7% in quantità imbottigliata.
Export: le esportazioni di prodotti DOP e IGP hanno mantenuto un valore stabile di 11,6 miliardi di euro, con una crescita del 5,3% nei Paesi dell’Unione Europea che ha compensato il calo del 4,6% nei Paesi extra-UE.
Occupazione: il sistema delle DOP e IGP coinvolge oltre 194.000 imprese e genera lavoro per quasi 850.000 persone.

Le nuove politiche dei dazi

Le politiche dei dazi volute dall’amministrazione Trump stanno avendo un impatto significativo sul settore agroalimentare italiano, in particolare sulle produzioni DOP e IGP. L’introduzione dei dazi fino al 25% sulle esportazioni italiane verso gli Stati Uniti potrebbe comportare un aumento dei prezzi per i consumatori americani fino a 2 miliardi di euro, con conseguente calo delle vendite.

Settori chiave come il vino, l’olio d’oliva, la pasta e i formaggi sono particolarmente colpiti. Ad esempio, le esportazioni di vino verso gli USA, che rappresentano una parte significativa del mercato, stanno subendo rallentamenti a causa delle preoccupazioni legate ai dazi.

Secondo Coldiretti, l’imposizione di tariffe aggiuntive sulle merci provenienti dall’Europa metterebbe a rischio 7,8 miliardi di euro di cibo Made in Italy, un record che nel 2024 aveva consolidato gli Stati Uniti come mercato strategico per il settore. Inoltre, l’imposizione di tali dazi potrebbe incentivare la diffusione di prodotti contraffatti o “Italian sounding” negli Stati Uniti, danneggiando ulteriormente le autentiche produzioni italiane DOP e IGP.

Non solo Coldiretti, ma anche CIA-Agricoltori Italiani ha espresso forte preoccupazione, sottolineando la necessità di interventi diplomatici da parte dell’Unione Europea per contrastare queste misure protezionistiche.

La Fondazione Qualivita

L’Osservatorio della Fondazione Qualivita ha documentato con chiarezza, nel tempo, come le Indicazioni Geografiche abbiano consentito a numerosi territori di costruire un’economia solida e identitaria, capace di generare occupazione, presidiare il territorio e promuovere la sostenibilità ambientale e culturale. Negli ultimi 5 anni la DOP Economy è cresciuta in oltre il 90% delle province italiane a dimostrazione del radicamento capillare del sistema sul territorio, in particolare nelle aree del sud che hanno mostrato i trend migliori di crescita grazie anche all’export.

Le barriere tariffarie rappresentano un ostacolo significativo a questo percorso. Limitano l’accesso ai mercati globali, penalizzano le produzioni di qualità legate all’origine e favoriscono prodotti standardizzati o di imitazione realizzati in loco. In questo modo, compromettono la diffusione del modello IG e alimentano dinamiche di concorrenza sleale.
Il danno si estende anche sul piano dei diritti: i dazi violano il principio della tutela della proprietà intellettuale riconosciuta a livello internazionale alle Indicazioni Geografiche, ostacolando il pieno esercizio di questo diritto da parte dei produttori legittimi. La protezione delle IG deve essere garantita attraverso un commercio equo e privo di ostacoli ingiustificati, nel rispetto degli accordi internazionali come il TRIPS.

Dichiarazione di Cesare Baldrighi – Presidente di Origin Italia: “Chiediamo un intervento urgente all’Europa e all’Italia affinché difendano con forza il sistema delle IG nelle sedi internazionali, per sostenere un comparto economico strategico e proteggere le 300.000 imprese italiane e i loro 900.000 occupati che aderiscono al sistema delle DOP IGP in Italia.”