La moda italiana tra Cina e Francia: sfide e opportunità per il futuro. Il parere di Mario Boselli
“La moda italiana tra Cina e Francia: sfide e opportunità per il futuro”
— di Elisa Sanna, stilista, Socia del Rotary Club Milano Porta Vercellina,
Founder of Elisa Sanna Brand, via San Maurilio 18, Milano —
Mario Boselli traccia la rotta per il settore durante al sua conferenza al Rotary Club Milano Porta Vercellina
“Il sistema moda italiano deve fare sistema come i francesi, puntando su innovazione, sostenibilità e giovani talenti per mantenere la propria competitività globale”. Questo il messaggio chiave lanciato dal Cavaliere del Lavoro Mario Boselli, Presidente Onorario della Camera Nazionale della Moda Italiana e Presidente della Fondazione Italia Cina, durante un incontro tenutosi presso il Rotary Club Milano Porta Vercellina.
Nel suo intervento, Mario Boselli (nella foto a destra) ha offerto un’analisi lucida e articolata sullo stato attuale dell’industria della moda, delineando le sfide che il comparto dovrà affrontare nei prossimi anni in un contesto di crescente competizione internazionale.
Il dragone e la moda
La Cina rappresenta oggi non solo un mercato di sbocco fondamentale per i prodotti del lusso italiano, ma si sta affermando rapidamente come protagonista nell’intera filiera, dalla produzione alla creatività. “Chi pensa ancora alla Cina solo come fabbrica del mondo commette un errore strategico”, ha sottolineato Boselli, forte della sua esperienza alla guida della Fondazione Italia Cina. “Il Paese sta investendo massicciamente nell’alta formazione nel design e sta sviluppando brand propri con ambizioni globali.”
In questo scenario, secondo l’esperto, le aziende italiane devono ripensare il loro approccio al mercato cinese, passando da una logica puramente commerciale a partnership più che coinvolgano tecnologia, know-how e formazione.

Italia vs Francia: una competizione impari?
Particolarmente incisiva l’analisi comparativa tra il sistema moda italiano e quello francese. Boselli non ha nascosto che, nonostante l’eccellenza produttiva e creativa italiana sia riconosciuta a livello mondiale, la Francia ha saputo costruire un ecosistema più efficiente e coordinato.
“I francesi hanno creato un modello in cui grandi conglomerati, istituzioni finanziarie e organismi pubblici lavorano in sinergia per sostenere i propri marchi”, ha spiegato. “In Italia, la frammentazione del sistema e l’individualismo imprenditoriale, pur essendo fonte di grande creatività, spesso impediscono di raggiungere la massa critica necessaria per competere globalmente.”
Innovazione e sostenibilità: binomio imprescindibile
Nel delineare le priorità per il futuro, Boselli ha posto l’accento sulla necessità di accelerare i processi di innovazione tecnologica lungo tutta la filiera. “La moda italiana deve abbracciare pienamente la trasformazione digitale, dall’ideazione alla commercializzazione dei prodotti”, ha affermato.
Parallelamente, la sostenibilità non è più un’opzione ma una necessità. “I consumatori, soprattutto i più giovani, chiedono trasparenza e pratiche responsabili. Le aziende che non sapranno adeguarsi rischiano di essere espulse dal mercato”, ha avvertito il Presidente Onorario della Camera della Moda.
L’appello alle nuove generazioni
Particolarmente appassionato è stato l’appello di Boselli alle nuove generazioni. “Dobbiamo dare più spazio e fiducia ai giovani talenti. Sono loro che hanno la sensibilità e le competenze per guidare questa trasformazione”, ha dichiarato, rivolgendosi direttamente agli imprenditori presenti in sala.
Il rinnovamento generazionale, secondo Boselli, deve avvenire non solo a livello creativo ma anche manageriale, con l’inserimento di giovani preparati nelle posizioni chiave delle aziende del settore.
Prospettive future
In chiusura del suo intervento, Boselli ha espresso un cauto ottimismo sul futuro della moda italiana. “Abbiamo tutte le carte in regola per mantenere un ruolo di primo piano nel panorama globale, ma dobbiamo agire con urgenza e determinazione”, ha concluso.
L’incontro si è chiuso con un vivace dibattito che ha visto protagonisti imprenditori e professionisti del settore, a testimonianza dell’interesse suscitato dalle tematiche affrontate e della rilevanza strategica della moda per l’economia italiana.

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