L’espulsione di venezuelani dagli USA sulla base di una legge del 1798 ha un fondamento giuridico?

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Cos’è l’Alien Act del 1798?

L’Alien Friends Act (una delle leggi promulgata nel 1798) autorizzava il Presidente degli Stati Uniti a espellere qualsiasi straniero considerato “pericoloso per la pace e la sicurezza del paese”, senza processo. Fu pensata in un contesto di forte tensione internazionale, in particolare con la Francia, e serviva a limitare l’influenza di stranieri considerati ostili o sovversivi. La legge non richiedeva prove giudiziarie o condanne, ma si basava su una valutazione discrezionale dell’esecutivo.

È ancora in vigore? In teoria no. L’Alien Friends Act era scaduta nel 1800 e non fu mai rinnovata. Tuttavia, i suoi principi hanno ispirato altre norme sull’immigrazione e la sicurezza nazionale, alcune delle quali sono ancora applicabili oggi.

Se negli ultimi tempi si è parlato di espulsioni di venezuelani “sulla base di una legge del 1798”, è probabile che si tratti di una forzatura mediatica o retorica per sottolineare la durezza o l’arbitrarietà delle espulsioni; in realtà norme più recenti, come quelle introdotte dopo l’11 settembre 2001, permettono l’espulsione o la detenzione di stranieri per motivi di sicurezza.

Di cosa stiamo parlando

Nel marzo 2025, l’amministrazione Trump ha invocato l’Alien Enemies Act, appunto la legge risalente al 1798, per ordinare la detenzione e l’espulsione immediata di migranti venezuelani sospettati di appartenere alla gang Tren de Aragua, designata come organizzazione terroristica. Questa legge, utilizzata raramente e principalmente in tempi di guerra, se pur non fosse decaduta nel 1800, consentirebbe al presidente di detenere o espellere cittadini di una nazione nemica senza un processo giudiziario.

L’ACLU e altre organizzazioni per i diritti civili hanno contestato l’uso di questa legge, sostenendo che non esiste uno stato di guerra tra gli Stati Uniti e il Venezuela e che l’applicazione della legge in questo contesto viola i diritti costituzionali.

Il Tribunale Supremo degli Stati Uniti ha temporaneamente bloccato ulteriori deportazioni, ordinando che nessun venezuelano detenuto nel centro di detenzione di Bluebonnet in Texas venga espulso fino a nuovo avviso.

Posizione dell’amministrazione Trump

La Casa Bianca ha difeso l’uso dell’Alien Enemies Act, affermando che l’amministrazione ha agito nei limiti della legge per proteggere la sicurezza nazionale. Hanno sostenuto che i voli con i deportati erano già decollati prima che l’ordine del giudice fosse emesso.

L’uso dell’Alien Enemies Act del 1798 per espellere cittadini venezuelani ha sollevato significative preoccupazioni legali e costituzionali. La questione è attualmente oggetto di intense battaglie legali e il suo esito potrebbe avere implicazioni durature sulla politica migratoria e sull’interpretazione dei poteri presidenziali negli Stati Uniti.

Cosa sta succedendo oggi con i venezuelani negli USA?

Negli ultimi anni, decine di migliaia di venezuelani sono entrati negli Stati Uniti, spesso in cerca di asilo, fuggendo dalla crisi politica ed economica del loro Paese. Alcuni di loro non ottengono l’asilo e possono essere espulsi. Al là di questi riferimenti un po’ scenografici a una legge del 1798, la realtà è che gli USA hanno accordi con il Venezuela (in parte tramite mediazioni con Cuba o altri Paesi) per facilitare rimpatri selettivi. È anche possibile che la revoca temporanea di protezioni, come il TPS (Temporary Protected Status), porti ad azioni di espulsione.

Circa 137 venezuelani sono stati deportati e incarcerati senza processo nel CECOT, un carcere di massima sicurezza in El Salvador, noto per le sue condizioni dure.