Commento Robeco – Azionario europeo – Le stelle nascenti
Con le azioni europee che hanno sovraperformato quelle statunitensi con un ampio margine per la prima volta da anni, gli investitori hanno ancora più motivi per mettere in discussione la propria allocazione regionale, il grado di diversificazione e le opportunità disponibili. I cambiamenti geopolitici hanno dato il via a sviluppi che potrebbero acquisire slancio e favorire i mercati europei.
Ironia della sorte, quando Donald Trump è entrato in carica il 20 gennaio 2025, è stato proprio un americano a dare il via alla ripresa del mercato europeo. L’approccio isolazionista al commercio e alla sicurezza globale del 47° presidente ha innescato decisioni rapide, decisive e di vasta portata da parte dei leader europei dopo anni di letargo. Il mercato europeo offre un ampio ventaglio di opportunità di investimento che vanno ben oltre i temi del riarmo dell’Europa e delle infrastrutture tedesche.
Finora, i principali beneficiari del mercato azionario sono stati concentrati in un piccolo gruppo di aziende tedesche operanti nei settori della difesa, delle costruzioni e delle infrastrutture, con un’elevata esposizione dei ricavi ai mercati interni. Le opportunità concrete potrebbero essere molto più ampie nel lungo termine.
Uno sguardo al rapporto di Mario Draghi del 2024 sul “Futuro della competitività europea” rivela non solo la necessità di investimenti nelle tecnologie della difesa e dell’energia, ma anche nelle tecnologie digitali, nell’innovazione e nel miglioramento della produttività.
I presupposti per interessanti opportunità di investimento in ambito azionario nel contesto europeo sono presenti e ampiamente diffusi in diversi settori e temi:
Intelligenza artificiale: mentre l’Europa soffre della mancanza di modelli e infrastrutture di base per l’intelligenza artificiale (data center, servizi cloud, server, chip), diversi settori e aziende stanno beneficiando dell’adozione e della facilitazione dell’IA. Si va dalle aziende di software, ai semiconduttori e alle apparecchiature, ai beni strumentali, ai servizi alle imprese, alle reti energetiche.
Fattori che favoriscono la produttività: il rapporto Draghi evidenzia la minore produttività e il divario crescente rispetto agli Stati Uniti come fattori principali alla base della performance negativa della crescita a lungo termine nella regione. Miglioramenti della produttività attraverso la digitalizzazione, l’automazione industriale, una migliore commercializzazione, finanziamenti potenziati e l’innovazione contribuirebbero a colmare il divario e a rilanciare la crescita. Il settore tecnologico, quello dell’istruzione, quello farmaceutico, quello finanziario, quello della consulenza e dei servizi professionali sono fondamentali per raggiungere questo obiettivo.
Forza dei consumatori: i prezzi dell’energia e l’aumento dei tassi hanno spinto il tasso di risparmio da una media già elevata dell’11% a circa il 15%. In confronto, i consumatori statunitensi spendono troppo e risparmiano solo il 3,9%, in netto calo rispetto alla media del 7% registrata nei due anni precedenti la pandemia. I mercati di consumo europei sono generalmente meno avanzati rispetto a quelli statunitensi. Entrambi offrono un notevole potenziale di recupero (ad esempio, nella penetrazione dell’e-commerce e nei pagamenti).
Rimbalzo della Cina: le industrie e le società europee hanno un’elevata esposizione dei ricavi ai mercati emergenti (~20%, compresa la Cina) e alla Cina (~8,5%). Il rallentamento cinese degli ultimi anni è già prezzato e gli investitori globali hanno posizioni di notevole sottopeso in Cina. Piccoli miglioramenti economici e stimoli potrebbero dare impulso ad alcuni settori. Il settore dei consumi, la tecnologia medica, i semiconduttori e gli industriali sono i potenziali beneficiari.
Divario innovativo: oltre alla demografia sfavorevole, il principale fattore alla base dell’aumento del divario di produttività negli Stati Uniti è stato il basso tasso di investimenti (circa la metà della spesa statunitense) nonché il lento spostamento della spesa per ricerca e innovazione dai settori tradizionali europei verso nuove tecnologie dirompenti. La tecnologia, il settore farmaceutico, le scienze della vita e il settore industriale potrebbero trarre vantaggio dal colmare tale divario.
Infrastrutture: Le infrastrutture sono state individuate come uno dei settori chiave di investimento sia nel pacchetto fiscale tedesco che nelle proposte a livello europeo. Il concetto di infrastrutture deve essere inteso in senso lato, non limitato a strade, ponti ed edifici. Esso comprende anche l’assistenza sanitaria, l’istruzione e le infrastrutture finanziarie, che svolgono tutte un ruolo fondamentale per consentire una crescita a lungo termine. Di conseguenza, settori quali l’assistenza sanitaria, i servizi finanziari, le comunicazioni e le industrie legate alle infrastrutture ne trarranno vantaggio.
Riduzione dell’intensità energetica: Le industrie europee ad alta intensità energetica (EII) hanno prezzi dell’energia più elevati rispetto agli Stati Uniti, il che riduce la loro competitività sui mercati globali. Garantire l’accesso a un approvvigionamento energetico stabile, concentrandosi sulle esigenze di decarbonizzazione, sull’indipendenza energetica e sulla riduzione dei costi energetici, aiuterà le EII a superare lo svantaggio competitivo e darà impulso alla crescita e alla redditività. Le aziende industriali, del cemento, chimiche e di altri materiali potrebbero essere le principali beneficiarie.
Deficit di finanziamento: Il passaggio a una politica di spesa fiscale più espansiva potrebbe essere rafforzato mobilitando e rimpatriando gli investimenti privati attraverso vari canali, come previsto dall’Unione del risparmio e degli investimenti. I prestiti bancari, i mercati privati, la cartolarizzazione e gli investimenti sui mercati pubblici possono contribuire a colmare il deficit di finanziamento.

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