Dati EY su Open Insurance e FiDA: 2 compagnie assicurative su 3 puntano su innovazione e personalizzazione, 1 su 5 ha già avviato progetti
Lo studio EY “Open Insurance in evoluzione: il valore di FiDA” rivela il quadro di adozione e
percezione delle iniziative legate all’Open Insurance da parte dei player assicurativi
Il 17% delle compagnie assicurative italiane ha già avviato iniziative in ottica Open
Insurance e conformità al regolamento FiDA, mentre l’83% dichiara una comprensione
parziale o limitata del tema.
Il 75% degli operatori individua nella sicurezza e nella privacy dei dati la principale
criticità legata all’adozione dell’Open Insurance, seguita dall’incertezza normativa
(67%).
Il 92% delle compagnie valuta positivamente la collaborazione con Insurtech, il 58%
con distributori di altri settori.
Le aree aziendali più impattate dall’implementazione di FiDA sono IT e sistemi
informativi (75%), Legal, Risk & Compliance (75%) e Cybersecurity (42%).
Il contesto normativo europeo sta accelerando l’evoluzione dell’Open
Insurance, con l’obiettivo di rafforzare il controllo dei clienti sui propri dati, stimolare
l’innovazione e aumentare la competitività del settore. L’accesso a dati più ricchi e granulari,
abilitato dal regolamento FiDA (Financial Data Access), rappresenta un’opportunità concreta
per le compagnie assicurative e una su cinque ha già avviato progetti strutturati in linea con
il regolamento, mentre l’83% degli operatori dichiara di avere una comprensione parziale o
limitata del tema. È quanto emerge dallo studio EY “Open Insurance in evoluzione: il
valore di FiDA”, che ha coinvolto i principali player assicurativi attivi in Italia, rivelando un
quadro di adozione ancora limitata delle iniziative legate all’Open Insurance.
Tra le realtà che hanno intrapreso progetti in tal senso, le iniziative risultano integrate nei piani
strategici aziendali, supportate da processi di data governance e da gruppi di lavoro
dedicati, spesso in collaborazione con gli enti regolatori. Al contrario, tra le compagnie che non
hanno ancora avviato attività, la metà non ha attribuito priorità al tema, il 40% lamenta
l’assenza di un quadro normativo chiaro e il 30% non percepisce benefici concreti. Solo una
compagnia su dieci indica la mancanza di budget come ostacolo principale.
Due compagnie su tre considerano innovazione, sviluppo e personalizzazione di nuovi
prodotti come i principali benefici derivanti dall’adozione dell’Open Insurance, seguiti da
ampliamento dei canali distributivi (50%) e gestione del rischio più accurata (33%). Dal
punto di vista del cliente, i vantaggi attesi includono un maggiore controllo e trasparenza sui
propri dati, con il proposito di portare a una comprensione più chiara della propria situazione
finanziaria e, quindi, decisioni più rapide e un’esperienza utente più fluida e personalizzata.
Accanto alle opportunità, il settore evidenzia anche dei rischi legati all’Open Insurance: il 75%
degli operatori individua nella sicurezza e nella privacy dei clienti la principale criticità,
seguita dall’incertezza normativa (67%).
La collaborazione con attori non tradizionali è vista come una leva strategica per
l’evoluzione del settore. Il 92% delle compagnie valuta positivamente la cooperazione con le
Insurtech, ritenendola un’opportunità per progettare prodotti e servizi più innovativi. Inoltre, il
58% considera vantaggiosa l’integrazione con distributori di altri settori, per ampliare i canali
di accesso e migliorare la prossimità al cliente, e con banche e istituti finanziari.
Per quanto attiene l’implementazione di FiDA, il 75% delle compagnie assicurative ritiene che
questa possa lasciar emergere sul mercato player non tradizionali in grado di rappresentare
una minaccia per il proprio business, in particolare le big tech (67%). Infine, lo studio individua
nelle aree aziendali legate agli aspetti di compliance i settori che saranno maggiormente
impattati dall’implementazione di FiDA. In particolare, IT e i sistemi informativi (75%), funzioni
Legal, Risk & Compliance (75%) e dalla Cyber/IT Security (42%).
Nicola Panarelli, Italy Financial Services Consulting Leader di EY, commenta: “L’Open
Insurance, se affrontata con visione e proattività, può rappresentare una leva di trasformazione
per l’intero ecosistema assicurativo. Dallo studio EY “Open Insurance in evoluzione: il valore di
FiDA” emerge un settore ancora in fase esplorativa: l’83% degli operatori dichiara una
comprensione parziale del tema. In questo scenario, la differenza la faranno le compagnie che
sapranno muoversi per prime e trasformare l’adeguamento normativo in un’opportunità di
innovazione, evolvendo verso modelli di business più aperti, digitali e orientati al dato”
Francesco Pisapia, Italy Insurance Consulting Leader di EY, commenta “Le aspettative dei
clienti stanno cambiando rapidamente. L’accesso a dati più ricchi e strutturati, abilitato da FiDA,
consentirà alle compagnie assicurative di comprendere meglio i bisogni dei clienti e offrire
prodotti sempre più personalizzati. Il fatto che due compagnie su tre identifichino
nell’innovazione e nella personalizzazione i principali benefici dell’Open Insurance conferma che il settore è pronto a evolvere: ora serve trasformare questa consapevolezza in azioni
scalabili e misurabili”

LMF green
Mente e denaro
MaltaLink
LMF Crypto Agorà
Sala Stampa