Sofia Manvati. La musica da camera guarda al futuro

Cécile Prakken -

Sofia Manvati, violinista solista di Como e primo violino del quartetto d’archi Noûs, è stata invitata al festival di musica da camera “Trame Sonore” a Mantova, tenutosi come consueto alla fine di maggio e all’inizio di giugno.

Trame Sonore è uno degli appuntamenti più significativi del panorama cameristico italiano. All’interno del programma, grande spazio è stato dedicato alla riflessione sul futuro del settore con una tavola rotonda del titolo:

“Oltre l’immediato. La musica da camera guarda al futuro”,

moderata dal musicologo e divulgatore Giovanni Bietti e alla quale hanno partecipato musicisti di alcuni tra i principali ensemble da camera attivi oggi in Italia: il Quartetto Guadagnini, il Trio Kanon e il quartetto Noûs, rappresentato da Sofia Manvati, Alberto Franchin e Riccardo Baldizzi.

I musicisti hanno dato vita a un confronto autentico e appassionato, condividendo riflessioni, criticità e proposte concrete per riportare la musica da camera al centro del discorso culturale, sociale e formativo.

Seguendo la conferenza e ho potuto incontrare Sofia e ho percepito che la verità non passa solo attraverso gli occhi e le orecchie ma che passa anche attraverso il cuore; qui parla l’anima, anzi qui urla l’anima, non solo di Sofia Manvati ma di ogni singolo musicista che ha fatto della musica la sua passione, la sua vita!

Giovanni Bietti introduce il tema raccontando che <il quartetto d’archi nasce come organico durante l’Illuminismo in cui si inizia a dare nomi ai vari generi>. Giovanni cita Goethe che disse: “Il quartetto d’archi è un’amabile conversazione attraverso i suoni fra quattre persone razionali”.

<La musica da camera viene spesso giudicata come elitaria, perché è nata in un’ambiente aristocartico – continua Giovanni – invece non lo è affatto>.

Però purtroppo è rimasta un genere un po’ di nicchia.

Sofia Manvati ha raccontato la sua esperienza, le idee pratiche e quali sono le azioni da prendere per realizzare lo scopo.

Perché voi musicisti di musica da camera sentite la necessità di riunirvi e di discutere sul futuro della musica da camera?

Sofia: <I musicisti di alcuni gruppi da camera più attivi in Italia vivono l’urgenza di stabilire dei valori artistici e umani, propri della musica da camera. Valori che devono essere affermati e promossi da chi ha fatto di questa passione un lavoro.

Per favorire una sempre maggiore consapevolezza del valore della musica cameristica>.

Sofia Manvati continua: <E’ per questo che noi musicisti ci sentiamo chiamati e insieme dobbiamo riunirci, discutere e confrontarci. Perché c’è la necessità di cambiare le cose, di sviluppare nuove iniziative, nuove modalità di comunicare l’essenza e la forza della musica e non ultimo, di allargare il mercato.

Vorremo presentare un documento intitolato: “Movimento Cameristi Italiani”. Ci riuniamo perché l’unione fa la forza!>

A Mantova ci hanno partecipato tre ensembles, ma ovviamente anche altri gruppi cameristici ne fanno e faranno parte. Anche agenzie ed associazioni culturali saranno coinvolte, perché al giorno  d’oggi manca il confronto diretto, manca un’identità di categoria come musicisti.

In un mondo che cambia velocemente, dove il tempo è compresso, dove la fretta è essenziale, un mondo che urla e dove il silenzio è prezioso, dove l’ascolto, il dialogo e il confronto sono sempre più conflittuali, sembra che la musica seria non abbia più lo spazio che merita.

La durata della concentrazione delle persone diminuisce, si comunica con messaggi sempre più brevi possibili. Dalle statistiche emerge che dopo 20 secondi si dimezza la capacità di ascolto; i giovani fanno fatica a comunicare tra di loro e a trovarsi in contesti di condivisione.

Invece la musica seria è l’arte del tempo e del tempo organizzato.

La musica potrebbe proporsi come un’educazione alla lentezza, perché infatti la musica da camera richiede ascolto, dialogo, è fatta di respiri, silenzi e sguardi, di rispetto; richiede investimento nel tempo, accettazione dei limiti propri e di quelli altrui, chiede professionalità, equilibrio e responsabilità.

La musica e in particolare la musica da camera è urgentemente attuale

<Sono convinta – dice Sofia – che le persone non possono essere contente di vivere in una perenne corsa e accelerazione, di fare le cose e tenere discorsi in pochi secondi>.

Anche noi musicisti viviamo in una costante corsa tra studio, viaggi, burocrazia, e così via. E’ durante il concerto che viviamo il momento della lentezza, dove si può esprimersi, dove si prova a creare un legame con il pubblico, dove si crea un momento intimo e condiviso, dove si deve prendere distanza dalla frenesia. Con la musica sei in profonda connessione con te stesso, con le tue emozioni, con le immagini, con i tuoi ricordi; tutto in quel unico momento non più ripetibile ed è proprio per questo che la musica ha un valore speciale.

La musica da camera è un’immagine ideale della società, dà uguale spazio a tutte le forze presenti. La musica può rappresentare meglio di ogni altra forma di espressione una società multiculturale, con componenti che hanno provenienze diverse. Questo aspetto è una ricchezza nella definizione di una comunità e non un limite. La musica come strumento di inclusione e multiculturalità, dove la differenza genera armonia.

La musica da camera è come un laboratorio dove possono esistere tante culture diverse, lingue diverse, colori e religioni diversi, ma nella diversità parliamo la stessa lingua universale, cioè quella della musica.

Come possiamo attuare il cambiamento di attitudine e attuare i pensieri che sono alla base della musica cameristica?

Sofia: <Noi musicisti non crediamo che la soluzione vada cercata nei programmi musicali brevi oppure nelle composizioni di pochi minuti, così come non si scrive un libro di sole tre pagine oppure un museo con un unico quadro.

Non può e non deve funzionare così. La musica seria ha tanto da raccontare e da dire al pubblico, ma il pubblico spesso non lo sa. Dobbiamo fare che più persone possibili possano captare il messaggio dalla musica classica che appunto è l’antidoto al folle ritmo della nostra vita>.

L’unione fa la forza: L’Inno alla gioia, basato sull’ode composta da Schiller, nella Sinfonia n.9 di Ludwig van Beethoven, esprime valori di amicizia, di fratellanza e solidarietà umana. Celebra i valori che i paesi condividono però ogni paese mantiene la propria identità ma contribuisce ad un progetto comune ed è così che funziona un ensemble cameristico, che cerca armonia ed equilibrio tra individualità personale e collettività.

Noi musicisti camerisitici siamo convinti che la musica possa essere un’esperienza accessibile, stimolante ed emozionante per tutti. Quindi vorremo aprire nuovi spazi dove suonare e nuovi modi in cui relazionarci con il pubblico.

Per realizzare i vostri obiettivi, quali sono le idee pratiche ed azioni?

Sofia cita il documento finale:

 * Abbiamo realizzato il documento “Movimento Cameristi Italiani” che vorremo ampiamente diffondere attraverso tutti i possibili mezzi di comunicazione.

* Il “Movimento Cameristi Italiani“ si propone di sostenere un dialogo attivo tra i gruppi e i musicisti che ne fanno parte, coinvolgendo anche gli operatori del settore, promuovendo un confronto costruttivo, mettendo insieme energia, competenze ed esperienze per affrontare le sfide comuni e creare nuove opportunità.

* Vogliamo raggiungere un pubblico ampio, incuriosito e grazie agli incontri divulgativi, sia online sia dal vivo, con prove aperte e concerti guidati, dimostrando che la musica da camera è emozione pura, è narrazione ed è connessione tra chi suona e chi ascolta.

* Il “Movimento Cameristi Italiani“ ritiene essenziale tutelare e rafforzare la musica da camera come disciplina fondamentale nei Conservatori italiani. Durante tutto il percorso di formazione accademica.

* I membri del “Movimento Cameristi Italiani“ si impegnano a valorizzare la professione del musicista e a promuovere compensi adeguati per le esebizioni concertistiche.

* Il “Movimento Cameristi Italiani“ si impegna a promuovere e incoraggiare iniziative che portino la musica al di fuori delle tradizionali sali da concerto, favorendo esebizioni nelle scuole, ospedali, case di riposo ed istituti penitenziari, ampliando l’accesso alla musica e valorizzando la funzione sociale.

* Il “Movimento Cameristi Italiani“ si impegnerà ad organizzare delle masterclass e incontri didattici rivolti ai giovani musicisti e ai nuovi ensemble, con lezioni tenute da membri del Movimento e da altri musicisti di fama internazionale, accompagnando i giovani musicisti nella loro crescita e percorso artistico.

www.sofiamanvati.com

Photo: ©Tony Hassler

©Cecile Prakken, luglio 2025