Piazza Affari: dietro front delle banche
Dopo un avvio in netto rialzo, crollano Unicredit, Bper e Intesa. Regge Mps, ma il Ftse Mib cede lo 0,4%
Brusco cambio di direzione per il listino milanese che a fine mattina, dopo un avvio in deciso rialzo, passa in rosso con l’indice Ftse Mib giù dello 0,40%. A pesare sono le banche, e in particolare Unicredit, che cede oltre il 6%. L’istituto è uscito in maniera non brillante dagli stress test dell’Eba, l’authority di vigilanza europea, annunciati venerdì scorso, e secondo alcuni analisti avrà bisogno di un aumento di capitale di almeno 5 miliardi di euro.
In rosso anche Ubi banca (meno 4%), Popolare Emilia Romagna, giù del 3,65%, e Intesa Sanpaolo, che nonostante sia stata promossa brillantemente dall’Eba, cede il 3,4%.
Resta positiva la performance di Banca Mps, che tuttavia riduce i guadagni al 3,8%. Come ampiamente previsto, tra le cinque banche italiane sottoposte agli stress test, Mps ha registrato il dato peggiore: nello scenario peggiore previsto dalle simulazioni, il capitale dell’istituto senese andrebbe sotto zero. Rocca Salimbeni ha intanto presentato, però, un piano di risanamento che prevede la cessione di 10 miliardi di sofferenze nette, con l’aiuto del fondo Atlante, e un aumento di capitale da 5 miliardi. Nonostante le molte difficoltà che il piano potrà incontrare (l’aumento di capitale, per esempio, ha un valore pari a cinque volte l’attuale capitalizzazione di mercato, e Mps ha già chiesto agli investitori 8 miliardi di capitali freschi negli ultimi tre anni), analisti e investitori appaiono soddisfatti della soluzione, che in ogni caso ha ottenuto l’ok ufficiale sia da parte della Bce sia della Commissione europea. Secondo le indiscrezioni di oggi, nel consorzio che garantirà l’aumento sarebbero pronti a entrare, oltre a Jp Morgan e Mediobanca, altre banche, tra cui SocGen, Bbva e Commerzbank.
Bene anche Banco popolare che sale di circa il 2%.