Economia USA: il possibile ritorno della “Trumpnomics”

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Il Super Tuesday si è rivelato vittorioso per Donald Trump e questo, assieme alle decisioni finora favorevoli della Corte Suprema, rende altamente probabile che il duello di novembre sia una ripetizione di quello del 2020, in un momento in cui, nei sondaggi generali, Joe Biden è leggermente indietro rispetto al suo avversario repubblicano. L’attuale Presidente ha utilizzato il suo discorso sullo Stato dell’Unione per sottolineare la solida performance economica del Paese.

Tuttavia, ciò che colpisce è che la fiducia dei consumatori è ora significativamente più bassa rispetto a quanto suggerirebbe un modello finora efficace, che combina tasso di disoccupazione, inflazione e prezzi delle azioni. Sembra che l’estrema polarizzazione politica degli Stati Uniti stia rendendo più cupa la valutazione dei cittadini sullo stato dell’economia, e Biden non può neppure contare sull’entusiasmo dei Democratici per le loro condizioni economiche. Infatti, anche loro le valutano leggermente inferiori alla media di lungo periodo. Analizzando tutti i tentativi di rielezione degli incumbent dal 1972, il livello di fiducia dei consumatori in questa fase della campagna è inferiore a quello dei tentativi conclusisi con un successo. Ora, le elezioni non si vincono necessariamente solo sull’economia. Donald Trump ha perso la sua candidatura alla rielezione nel 2020 nonostante un alto livello di fiducia dei consumatori.

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Riteniamo tuttavia che sia giunto il momento di iniziare a guardare con attenzione a cosa potrebbe significare un eventuale secondo mandato di Trump. Ci concentriamo su un recente contributo di Peter Navarro, ex inviato di Donald Trump per il commercio internazionale. Ha svelato in dettaglio il suo piano per gli Stati Uniti di minacciare – e potenzialmente applicare – ulteriori dazi doganali per portare sistematicamente i livelli dei dazi statunitensi alla pari con quelli imposti dai clienti degli Stati Uniti. Alcuni di questi elementi hanno già trovato spazio nella campagna elettorale di Donald Trump. Ciò danneggerebbe gli alleati geopolitici degli Stati Uniti, come l’Unione Europea, nonché una potenza emergente come l’India, oltre alla Cina, il bersaglio chiave esplicito.