Azionario Giappone: il Nikkei come opportunità in attesa delle scelte della BoJ

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Quest’anno la salita del Nikkei, il principale indice della Borsa giapponese, sembra inesorabile. Year-to-date, l’azionario nipponico ha registrato una crescita quasi del 20% in valuta locale, segnando la performance migliore su scala globale per un paniere così grande. Lo scorso 22 febbraio, l’indice di riferimento giapponese aveva già superato il record storico del 1989, intorno ai 39mila punti, raggiunto durante la bolla speculativa di quegli anni.  La lenta risalita (35 anni) dell’equity nipponico è stata spinta da vari fattori, a partire dall’euforia dei mercati verso l’intelligenza artificiale ma anche dalla politica monetaria accomodante. Infatti, nel Paese del Sol Levante, ciò che sostiene principalmente le quotazioni sono i tassi di interesse negativi, al -0,1%, oltre ad un JPY debole che, dall’inizio dell’anno, ha già perso oltre il 4,5% contro lo USD. In particolare, questo secondo fattore contribuisce ad un balzo dei profitti delle aziende nipponiche, perché i beni diventano più economici sui mercati internazionali, specialmente per i conglomerati industriali, le cui fonti di ricavi restano sbilanciate sulle esportazioni.

Grafico: le quotazioni del Nikkei hanno sorpassato il record storico del 1989, Bloomberg L.P.

 

A livello macro contribuiscono anche le preoccupazioni sull’economia cinese, che stanno drenando liquidità dai listini del Paese, facendo risultare il Giappone, che combina stabilità politica ad aziende di qualità, una meta ambita dagli investitori.

Resta tuttavia l’incognita legata alla svolta della Bank of Japan sia in fatto di politica monetaria sia di controllo della curva dei rendimenti (YCC – Yield Curve Control): gli analisti si aspettano infatti che la banca centrale rialzi i tassi di interesse entro marzo-aprile, in quello che sarebbe il primo aggiustamento del costo del denaro dopo 9 anni, sulla base del raggiungimento di alcuni obiettivi, tra cui i salari reali e l’inflazione (quest’ultima a gennaio si è attestata al 2,2%). Il policy shift della BoJ avrebbe sicuramente un impatto profondo sullo Yen, apprezzandolo e, di conseguenza, anche sul Nikkei.

Gli investitori potrebbero dunque approfittare del recente rally di mercato per prendere profitto, in attesa di un crescente aumento della volatilità in prossimità del meeting della banca centrale. Ciò che è importante notare, però, è che gli investimenti nell’equity giapponese da parte di operatori esteri restano di difficile attuazione, fattore questo che spinge alla selezione di gestori locali, la cui esperienza può comprendere al meglio le dinamiche specifiche del mercato locale.