Agricoltori: è allarme pensioni

di Walter Quattrocchi -

Oggi circa 1,3 milioni di ex lavoratori vivono con meno di 500 euro al mese. Ma in futuro, per molti, gli assegni si potrebbero ridurre a meno di 300 euro

Circa 1,3 milioni di pensionati ex agricoltori vivono con pensioni al di sotto di 500 euro lordi al mese. E dal 2016 per molti l’assegno previdenziale potrebbe ridursi sotto la soglia dei 300 euro.

Sarebbe questo il risultato del sistema contributivo a regime per tutti, per i futuri pensionati che potranno vantare il possesso del requisito minimo dei 20 anni di contribuzione per l’accesso alla pensione di vecchiaia, ma avranno accumulato, a causa di retribuzioni modeste, un montante contributivo ridotto: per loro infatti non ci sarà più la possibilità di ottenere l’integrazione al minimo dell’assegno, e le pensioni toccheranno appena i 294 euro al mese.

È l’allarme lanciato da Inac, Anp e Cia in occasione della presentazione a Roma del IV Report Sociale del Patronato, promosso dalla Confederazione italiana agricoltori.

L’Anp, l’Associazione nazionale pensionati della Cia, ha promosso una petizione popolare che ha già raccolto oltre 100 mila firme in tutta Italia, presentate alla Presidenza del Senato.

L’associazione chiede al Governo che adegui i minimi di pensione di persone che hanno lavorato una vita e si ritrovano assegni sempre più magri.

L’Anp denuncia che le riforme pensionistiche che si sono succedute negli ultimi 20 anni, con il ritorno al sistema contributivo, hanno peggiorato in modo peculiare la previdenza dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli professionali, con la conseguenza drammatica che molti anziani saranno costretti a vivere con meno di dieci euro al giorno: non succedeva dagli anni precedenti al 1957, quando fu finalmente istituita la pensione dei coltivatori diretti.

L’Anp è convinta la sostenibilità per agire sulle pensioni minime ci sia: in Italia, il rapporto tra la spesa effettiva per le pensioni e il Pil è pari al 10,7%, quindi ampiamente in linea con i Paesi Ue, soprattutto se si considera che i calcoli vengono effettuati sugli importi pensionistici al lordo del carico fiscale, a differenza di quanto accade in altri paesi tra cui la Germania.