Ambiente, quanto mi costi… anche le polizze catastrofali. Secondo la Cgia di Mestre ogni anno le imprese già pagano 21 miliardi
Le polizze catastrofali
Tra le esclusioni ci sono anche, ad esempio, le mareggiate, le valanghe, le slavine e non è possibile chiaramente assicurare edifici abusivi e non a norma.
Leggete qui su La Mia Finanza green l’articolo completo che abbiamo già pubblicato. “Polizze catastrofali: 4,5 milioni di aziende costrette ad assicurarsi entro fine mese”
Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.75 del 31 marzo il decreto-legge 31 marzo 2025, n. 39 “Misure urgenti in materia di assicurazione dei rischi catastrofali”: il provvedimento introduce un ingresso graduale dell’obbligo per le imprese italiane di dotarsi di una polizza assicurativa a copertura dei danni derivanti da eventi catastrofali, differenziando la platea tra grandi, medie e piccole e micro imprese.
A partire dal 31 marzo 2025, la normativa italiana impone alle imprese l’obbligo di stipulare polizze assicurative contro i rischi catastrofali. Tuttavia, alcune categorie di aziende sono esentate da questo obbligo
Imprese agricole: secondo l’articolo 2135 del Codice Civile, le imprese agricole sono escluse dall’obbligo poiché già coperte dal Fondo mutualistico nazionale per eventi meteoclimatici estremi, che include alluvioni, gelate e siccità.
Piccoli imprenditori: secondo alcune interpretazioni, i piccoli imprenditori, inclusi coltivatori diretti, artigiani e piccoli commercianti, potrebbero essere esentati dall’obbligo assicurativo. Questi soggetti sono iscritti in una sezione speciale del Registro delle Imprese e sono esonerati dalla tenuta delle scritture contabili obbligatorie per le imprese più grandi. Tuttavia, poiché la normativa non specifica esplicitamente l’esclusione dei piccoli imprenditori, è consigliabile che questi valutino attentamente la propria posizione e, se necessario, consultino un esperto per determinare l’eventuale obbligo di stipulare la polizza.
È importante notare che, per le imprese operanti nei settori della pesca e dell’acquacoltura, il termine per adeguarsi all’obbligo assicurativo è stato prorogato al 31 dicembre 2025.
Le aziende non esentate che non si adeguano all’obbligo entro le scadenze previste potrebbero affrontare conseguenze significative, come la perdita di merito creditizio, difficoltà nell’accesso a finanziamenti bancari e l’impossibilità di partecipare a bandi pubblici.

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