“Falcone e Borsellino, il fuoco della memoria”: il docufilm che ha ispirato i maturandi del 2025

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Falcone e Borsellino, il fuoco della memoria 

Quest’anno il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha scelto di dedicare una delle tracce dell’esame di maturità a Paolo Borsellino. Una scelta simbolica e potente, che ha dato ulteriore significato al docufilm Falcone e Borsellino – Il fuoco della memoria, diretto da Ambrogio Crespi. Un’opera che ha saputo trasformare il ricordo in un invito all’azione, rivolto alle nuove generazioni.

La memoria come leva per il cambiamento

«Questa scelta rappresenta per me molto più di un risultato professionale: è la conferma che la memoria può essere viva e trasformativa», ha dichiarato Ambrogio Crespi. Il regista si è rivolto direttamente agli studenti, spronandoli a diventare protagonisti del cambiamento:

«Siate i veri custodi della legalità e della giustizia. Che possiate trarre ispirazione da questo racconto, non solo per ricordare, ma per agire e costruire un futuro diverso, coraggioso e consapevole. La memoria non è solo un ricordo passivo, ma una fiamma potente che deve illuminare ogni vostra scelta. Abbiate il coraggio di essere autentici, integri, e di dire sempre “no” a ogni forma di compromesso con l’illegalità».

Parole che si legano perfettamente alla scelta ministeriale di proporre un tema d’attualità proprio su Paolo Borsellino, risuonata con forza tra i maturandi: molti l’hanno definita “una traccia giusta, che parla al presente”.

Un progetto educativo nazionale

Il docufilm è stato proiettato gratuitamente durante la Settimana della Legalità, dal 19 al 23 maggio 2025, coinvolgendo circa 50.000 classi e quasi un milione di studenti in tutta Italia. Un’iniziativa resa possibile grazie alla collaborazione tra il Ministero dell’Istruzione, Media One, PSC Proger Smart Communication, Biondani TMG, Digital Identity e il Dipartimento DEMS dell’Università di Palermo.

Ma il successo del progetto non si è limitato al mese di maggio. Durante l’intero anno scolastico 2024/25, il docufilm è stato proiettato in oltre 200 scuole e atenei, toccando ogni angolo del Paese. Eventi di particolare rilievo si sono tenuti anche presso il Consiglio Superiore della Magistratura e la Camera dei Deputati, con la partecipazione di centinaia di studenti.

Un racconto corale per una memoria viva

Il fuoco della memoria è molto più di un documentario: è un mosaico di testimonianze dirette e sentite, che intreccia le voci di familiari delle vittime di mafia, magistrati, giornalisti, investigatori e docenti universitari. Racconta gli attentati di Capaci e via D’Amelio con uno sguardo che non indulge nel pietismo, ma che punta a trasmettere un’eredità etica e civile.

Il film si apre con una citazione tagliente di Aldo Sarullo: «C’è una differenza tra uomini e topi… i mafiosi sono consapevoli della fogna in cui si trovano… quindi sono topi».

Tra gli interventi più intensi, quelli di Fiammetta Borsellino, figlia del giudice Paolo, e di Pietro Grasso, ex procuratore nazionale antimafia. A dominare è il concetto di “memoria attiva”: non il semplice ricordo del passato, ma l’impegno a farne tesoro per trasformare il presente.

Come ha spiegato Nino Blando, coautore del docufilm: «La memoria è qualcosa di personale, intimo… ma è essenziale perché senza di essa non ci sarebbe alcun rapporto con il passato. Costruire una storia più ampia richiede la sintesi delle memorie individuali».

L’eredità di due eroi civili

L’obiettivo di Ambrogio Crespi e dei promotori del progetto è chiaro: riportare la memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino là dove può fare più effetto, tra i banchi di scuola. Non per celebrare, ma per educare. Come sottolineato in una riflessione condivisa dall’Università di Palermo: «La memoria non basta. Va trasformata in responsabilità. Bisogna scegliere da che parte stare».

Un segnale forte e necessario

Con Il fuoco della memoria, la scuola italiana ha risposto con forza alla sfida della legalità, offrendo agli studenti non solo strumenti per l’esame, ma una bussola etica. E proprio in questo si coglie il vero valore della scelta ministeriale: far incontrare le coscienze in formazione con l’esempio di chi ha sacrificato tutto per la giustizia.

Nel momento in cui affrontano la prova della maturità, i giovani italiani sono chiamati a riconoscere la loro responsabilità nella storia. E a tenere acceso quel fuoco che Falcone e Borsellino hanno affidato a tutti noi.