Alex Trusty “Museum”
Federico Rui Arte Contemporanea è lieta di presentare la personale di Alex Trusty “Museum”, che sarà visitabile fino al 19 settembre 2025. In mostra è presente una selezione di opere del ciclo “Contemporary Museum Watching”, in cui il fotografo si interroga sul rapporto tra opera e visitatore e tra architettura e fruitore. Attraverso un approccio visivo carico di teatralità e di verismo scenico, i suoi scatti sono dominati da colori accesi che sottolineano l’intensità dei contrasti visivi e delle relazioni spaziali tra le persone, le opere e gli ambienti. I musei luoghi prediletti da Trusty – sono nati per custodire, conservare e promuovere le tradizioni delle civiltà, e sono in grado di ottenere un pubblico sempre più vasto, diventando punto di riferimento dalla comunità e per la comunità. Quando un visitatore entra in queste casseforti della cultura lo fa per dedicarsi del tempo, per imparare, per concentrarsi e rinnovarsi. Ogni visitatore si pone in dialogo con le opere cominciando un proprio dialogo personale e un proprio rapporto con esse. Gli scatti nascono in questi luoghi che frequenta come cronista e osservatore, riprende e documenta ciò che accade al loro interno, portando il museo ad essere il suo palcoscenico. Alex Trusty, ricorda Luciano Bolzoni, “è un fotografo che si rende invisibile e come un regista discreto osserva e di fatto modifica un contesto dove la realtà dell’arte si fonde con l’emozione scaturita da un’energia collettiva”. Tuttavia, ciò che più lo affascina è il comportamento umano, l’interazione tra lo spettatore e l’opera, tra l’individuo e l’istituzione museale.
Alex Trusty fotografa le persone mentre osservano, si muovono, sostano davanti ai capolavori. È interessato a ciò che accade intorno all’opera d’arte, piuttosto che all’opera stessa. Le sue fotografie catturano il momento sospeso tra contemplazione e distrazione, tra attenzione e assenza, in cui ogni spettatore diventa parte della scena, anche se inconsapevolmente. Vi è un certo verismo in questo processo, verismo che si manifesta non solo nella tecnica con un uso della luce fortemente evocativo, quasi cinematografico, ma anche nella scelta dei soggetti. I visitatori ritratti diventano protagonisti di nuove narrazioni visive: sembrano usciti dal dipinto o pronti a entrarvi. Non c’è nulla di costruito, nulla di programmato. È proprio questa spontaneità a creare l’effetto più straniante: il confine tra realtà e immaginazione si assottiglia, fino a scomparire.
Trusty non si limita a documentare, ma crea una nuova dimensione dello sguardo, in cui l’arte osserva chi la osserva. Alcuni scatti mettono in evidenza l’architettura dei musei, che diventano essi stessi protagonisti in un rapporto tra forma e contenuto in continua evoluzione. Nel suo lavoro convivono echi profondi della grande tradizione italiana del vedere: dal neorealismo di De Sica, alla forza evocativa e silenziosa di Mimmo Jodice — che, dalle sperimentazioni concettuali degli anni Sessanta alla riflessione sul paesaggio italiano, ha ridefinito la fotografia come strumento di memoria e coscienza — fino alla precisione e all’analisi percettiva di Thomas Struth, con il quale condivide l’interesse per lo spettatore come elemento centrale della fruizione museale. In mostra tra i soggetti ritratti sono presenti la Pinacoteca di Brera, i Musei Vaticani, il Musée d’Orsay di Parigi e il MOMA di New York. Alex Trusty sembra volerci invitare a ripensare al ruolo che abbiamo come osservatori, in un’epoca in cui tutto è immagine. Cosa guardiamo davvero, quando siamo davanti ad un’opera d’arte?
Biografia
Alex Trusty, nato a Roma nel 1967, si interessa alla fotografia fin da giovanissimo e grazie al padre, anche lui fotografo, impara le tecniche della camera oscura. La sua passione è intrinsecamente legata al viaggiare e all’osservare: vede le foto prima di scattarle, quindi si ferma, sente e fotografa. Nel 2014 allestisce la sua prima mostra con un reportage su L’Aquila dopo il terremoto.
Nel 2021 esordisce con la sua prima personale con un ciclo di opere dedicato a Napoli: “Naples sense of Place”. La serie viene esposta prima al Pan, Palazzo delle Arti di Napoli, e successivamente al Museo Archeologico Nazionale. Nel 2022 la mostra viene ospitata a Palazzo delle Stelline a Milano. Nel 2023, nell’ambito del Festival Fotografico Europeo, allestisce la personale “Jordan, close and far away” a Villa Pomini a Castellanza.
Nel 2024, Palazzo Reale di Milano gli dedica la grande mostra “Contemporary Museum Watching”, con oltre sessanta opere dedicate al rapporto tra arte e osservatore. La personale, curata da Luciano Bolzoni e introdotta da un testo di Sylvain Bellenger, è organizzata in occasione di Museocity. Tra il 2024 e il 2025, le Collezioni Comunali d’Arte dei Musei Civici di Bologna ospitano la personale “Contemporary Museum Watching”.


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