Cripto, investitori alla ricerca di porti sicuri. eToro, la classifica dei cripto asset più detenuti

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In un 2022 di forte volatilità per il mercato, gli investitori in cripto asset hanno cercato rifugio, concentrandosi sui grandi nomi delle criptovalute. La classifica dei cripto asset più detenuti dagli utenti eToro nel corso degli ultimi 12 mesi non ha subito variazioni significative, con Bitcoin che ha consolidato la propria leadership, registrando un aumento del 20% del numero di utenti che detengono posizioni aperte rispetto all’anno precedente.

Nella Top10, rialzi in doppia cifra anche per Ether (+12%) e Solana (+33%), mentre a perdere terreno sono stati TRON (-11%), Shiba (-5%) e IOTA (-4%). Nonostante un aumento dell’1% delle posizioni aperte, Decentraland scende al 12° posto dal 10°, sostituita nella top10 da Solana, risalita dal 12° posto di un anno fa.

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Simon Peters, crypto market analyst di eToro, ha commentato: “Il 2022 è stato un anno difficile per gli investitori in criptoasset, con una significativa volatilità dei prezzi che il mercato non sperimentava dal 2018. I nostri dati mostrano come lo scorso anno gli investitori abbiano posto la loro attenzione su criptovalute rifugio, come bitcoin ed ether. Bitcoin si distingue dagli altri progetti in quanto è il criptoasset decentralizzato originale, mentre Ethereum ha visto sviluppi di alto profilo nell’ultimo anno, tra cui l’atteso Merge”.

 

Al di fuori della top 10, i criptoasset con una maggiore crescita nelle posizioni aperte sulla piattaforma eToro in 12 mesi sono stati Sandbox (+203%), Quant (+52%) e Axie Infinity (+32%), classificandosi rispettivamente al 27°, 41° e 39° posto.

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Peters ha aggiunto: “Nonostante la volatilità dello scorso anno, circa la metà dei criptoasset presenti sulla piattaforma eToro da almeno 12 mesi hanno mostrato una crescita nelle posizioni aperte. Ciò suggerirebbe che gli investitori hanno continuato a guardare al mercato dei criptoasset, per idee di investimento o cercando di approfittare di un prezzo scontato grazie alla debolezza del mercato”.