La spesa per la difesa. La posizione dell’Amm. Giuseppe Cavo Dragone, Presidente del Comitato Militare della NATO
L’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone ha assunto la carica di Presidente del Comitato Militare della NATO il 17 gennaio 2025, succedendo all’ammiraglio olandese Rob Bauer. In questo ruolo, è il principale consulente militare del Segretario Generale dell’Alleanza e del Consiglio Atlantico, oltre a dirigere il Comitato Militare. Il Ministro Crosetto ha sottolineando la fiducia nelle capacità dell’ammiraglio Cavo Dragone di rafforzare la capacità collettiva dell’Alleanza nell’affrontare le sfide globali e promuovere la pace.
Nato il 28 febbraio 1957 ad Arquata Scrivia, Cavo Dragone ha iniziato la sua carriera all’Accademia Navale di Livorno, proseguendo poi nelle scuole di volo della US Navy in Florida e Texas. È stato il primo comandante del Gruppo Aerei Imbarcati dal 1991 al 1993. Nel corso della sua carriera, ha ricoperto ruoli di rilievo, tra cui Capo di Stato Maggiore della Marina Militare Italiana e Capo di Stato Maggiore della Difesa.
La spesa per la difesa
Giuseppe Cavo Dragone ha sottolineato l’importanza di aumentare la spesa per la difesa oltre il 2%, spendendo meglio e insieme. Secondo “Il Post”, i Paesi dell’Unione Europea sono genericamente d’accordo su un aumento della spesa per la difesa, ma al momento non esiste un eventuale piano che definisca come farlo: non è stato stabilito di quanto aumentare gli investimenti, né dove reperire i soldi o da chi comprare le armi. In realtà, Donald Trump ha chiesto ai 23 Paesi dell’Unione Europea (ma anche Albania, Islanda, Macedonia del Nord, Montenegro, Norvegia, e Regno Unito) di aumentare le proprie spese militari fino a raggiungere una quota del 5% del Pil. È una soglia che al momento non viene raggiunta nemmeno dagli Stati Uniti.
La posizione di Giuseppe Cavo Dragone
“Ogni nazione della Nato dovrà raggiungere rapidamente livelli di spesa per la difesa superiori al 2% del Pil perché abbiamo stabilito che non basta più. Con tempi e modi che ciascuna nazione stabilirà in base alla propria situazione, perché rimangono nazioni sovrane”. Lo ha detto all’Ansa l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone. “È inutile fare grandi proclami”, ha aggiunto, “senza fare i conti con le capitali”. “Oltre che parlare di numeri in crescita, che sia il 3% o il 5%”, ha evidenziato, “serve poi un esame di coscienza, reale e onesto, che si deve spendere meglio e insieme”.
La sinergia Ue-Nato
“L’industria della difesa europea non ha ancora cambiato la mentalità nel modo corretto, non hanno percepito la gravità della situazione: devono investire, perché non siamo in guerra ma non siamo nemmeno in pace”, ha dichiarato Cavo Dragone. “Allo stesso tempo”, ha aggiunto, “l’industria deve far parte del sistema della difesa, non deve essere esclusivamente indirizzata al guadagno: non è che siccome aumentiamo le spese allora ciò che costava uno magicamente poi costa due, perché non è così che si va avanti, no?”.
L’appello ai leader Ue
“Da soli si va probabilmente più veloci, però tutti insieme si va più lontano”, ha detto ancora l’Amm. Cavo Dragone. “Serve abdicare un pochettino alla sovranità nazionale, soprattutto sul fronte della capacità industriale, per il bene comune e raggiungere un buon risultato” rispondendo alla richiesta di quale messaggio vorrebbe lanciare ai leader europei che lunedì si riuniscono a Bruxelles per il vertice sulla difesa. “E poi guardare a come si è organizzata la Nato, sugli standard, sulle sinergie… in 75 anni si è imparato come limare certi attriti”, ha aggiunto.

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Sala Stampa