Chicago Mercantile Exchange lancerà Micro Future sul Bitcoin a maggio

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La Chicago Mercantile Exchange (CME), impresa con oltre 75 miliardi di dollari di asset gestiti, lancerà dei micro-future sul Bitcoin nei prossimi due mesi, nell’arco del mese di maggio. L’asset sottostante a questi future corrisponde a circa un decimo di Bitcoin e non solo risponde alla domanda per dei titoli dalle “dimensioni ridotte”, ma offre anche a un pubblico più vasto la possibilità di esporsi a questa criptovaluta. I volumi scambiati mensilmente sul mercato dei future sono molto più grandi rispetto a quelli del mercato spot, infatti fino a ora gli scambi mensili si attestano sugli 1,8 trilioni di dollari per il primo, contro gli 889 miliardi del secondo. Questo dimostra anche la crescita dell’interesse da parte degli investitori istituzionali nei confronti dei future sul Bitcoin, dato che da giugno 2020, questi sono cresciuti del 450% – da poco meno a 450 milioni a oltre 2,7 miliardi di dollari, soglia toccata lo scorso 29 marzo.

“L’introduzione di micro future sui Bitcoin risponde direttamente alla domanda di contratti di taglia ridotta da parte di una vasta platea di clienti e offriranno una maggiore scelta e una maggiore precisione per gli utenti che vogliono scambiare prodotti regolamentati sui Bitcoin in modo efficiente e trasparente, affidandosi a CME Group.” – Ha dichiarato Tim McCourt, global head of equity index and alternative investment products di CME Group.

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Molte giurisdizioni si stanno accorgendo delle potenzialità del Bitcoin come riserva di valore in un mondo sempre più digitalizzato, soprattutto da quando è esplosa la recente crisi sanitaria. L’adozione del Bitcoin da parte delle istituzioni è cresciuta di pari passo con la disponibilità di strumenti per investimenti institutional-grade, come gli investment trust scambiati over the counter negli Stati Uniti, gli ETP/ETN in Europa e gli ETF in Canada e, recentemente, in Brasile.

Questi strumenti rappresentano delle opzioni e delle alternative per quegli investitori istituzionali che hanno la possibilità di scegliere quello che si adatta meglio alle loro esigenze. Esiste anche una gamma di prodotti che si accompagna a quelli appena citati, come i certificate di XBT Provider, che hanno delle date di scadenza e mancano di market maker indipendenti per la liquidità, a differenza di ETP ed ETF, poiché anche l’emittente di certificate effettua transazioni attraverso questi, il che in una certa misura comporta rischi di controparte.

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La crescita degli ETF al di fuori dell’Europa non ha tuttavia precluso un interesse senza precedenti nei confronti degli ETP di 21Shares nel Vecchio Continente, dato che la nostra gamma di prodotti è la più ampia al mondo. Tra l’altro, lo ABNB e lo HODL sono gli ETP che hanno conseguito le performance migliori al mondo e sono stati emessi da noi.

Il grafico sottostante mostra quanto l’interesse verso il Bitcoin sia cresciuto da aprile 2020, un mese in cui la crisi sanitaria era particolarmente acuta. Da quando è scoppiata la pandemia, i portafogli di criptovalute detenuti per un periodo compreso tra 1 e 6 mesi sono quasi raddoppiati e hanno registrato un picco annuale – arrivando a rappresentare oltre il 25% dell’offerta complessiva di Bitcoin.

In 21Shares ci aspettiamo che questo trend continuerà principalmente per due ragioni:

La prima è che il Tether (UDST), la più grande stablecoin ancorata al dollaro sul mercato, con una capitalizzazione di mercato di oltre 40 miliardi di USD, ha appena pubblicato un report che prova la sua solvibilità. Il Tether ha più asset che liability, il che significa che le stablecoin sono effettivamente coperte da autentici dollari americani. Questa è un’ottima notizia, visto che è spesso si è ritenuto che il tallone d’Achille della domanda di criptovalute e dell’adozione, fosse l’impossibilità di scambiare stablecoin con veri dollari in caso di insolvenza.

La seconda ragione è che la prospettiva di un ETF sul Bitcoin statunitense è supportata da un numero sempre maggiore di istituzioni molto importanti – l’ultima in ordine di tempo è stata Fidelity. Fidelity ha deciso di chiamare l’ETF sul Bitcoin “Wise Origin” come tributo a Satoshi Nakamoto – “Satoshi” scritto in katakana significa saggezza, mentre il kanji di “Nakamoto” significa origine. È probabile che, a un certo punto, un ETF sul Bitcoin sarà approvato, il che catalizzerà un ulteriore grande flusso di capitali verso il mercato delle criptovalute.