L’energia di Proger è sempre più verde. Rocco Marsico: le prossime sfide della transizione energetica

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Intervista a Rocco Marsico, Direttore della Business Unit Green Energy di Proger, che ci illustra l’evoluzione del suo gruppo di lavoro, i risultati raggiunti e le prossime sfide nel solco della transizione energetica.

 

Il “BESS”. Foto di Enel Green Power 

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Intervista a Rocco Marsico

Proger è una società di ingegneria con una storia pluridecennale e un vasto know-how nel settore Oil & Gas. Come e quando si è sviluppata la Business Unit Green Energy di cui lei è direttore?

 

Possiamo indicare il 2018 come inizio delle attività del gruppo di lavoro che sarebbe poi diventato una BU dell’azienda. Per prima cosa mi sento di ringraziare il CEO Marco Lombardi e il Presidente Umberto Sgambati che, credendo in qualcosa che non esisteva, con la loro consueta capacità di anticipare gli scenari futuri, ci hanno consentito di essere pronti per alcuni appuntamenti importanti. 

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Ci può fare un esempio?

 

Penso ad esempio alle infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici, le cosiddette “colonnine”. 5-6 anni fa i veicoli elettrici sembravano ancora fantascienza, specie qui in Italia. Oggi invece si parla solo di veicoli ibridi e full-electric con un mercato in grande espansione e con le recenti indicazioni della UE sullo stop alla produzione di veicoli dotati di motori endotermici. 

Ecco, nel 2019, noi abbiamo iniziato a realizzare per Enel X centinaia di infrastrutture su tutto il territorio nazionale. 

A distanza di 4 anni rimaniamo saldamente punto di riferimento per altri grandi protagonisti dell’e-mobility. 

 

Ci può parlare della transizione interna all’azienda? Il passaggio dall’oil & gas alle rinnovabili?


Sicuramente è una transizione molto soft, che definirei più che altro un affiancamento. Perché in qualche modo la B.U. Green Energy è anche una costola della Business Unit Oil & Gas e probabile nuova futura declinazione tecnologica della medesima. Tra le nostre BU c’è un continuo scambio di competenze e soprattutto c’è una grande collaborazione. Ma l’Oil & Gas continua le sue attività a pieno regime, perché ad oggi, soprattutto il gas, è ancora una risorsa troppo importante. E lo abbiamo imparato tutti in maniera drammatica in conseguenza della crisi ucraina.  

Credo che questa continuità sia un grande valore per la nostra offerta di servizi.

In quali progetti si è concretizzata maggiormente questa collaborazione? 


In Proger crediamo in una transizione ecologica che passa per un processo di ottimizzazione delle tecnologie attuali e l’introduzione progressiva delle novità. 

In questo tipo di progetti c’è necessità di competenze ad ampio spettro e l’unione delle nostre BU fa assolutamente la differenza. Ne sono un esempio gli impianti di produzione di biomasse e biogas, che presuppongono le solide conoscenze di processo tipiche dell’ingegneria Oil e i sistemi di accumulo di energia, specie termica, ad ausilio delle centrali di produzione di energia elettrica tradizionali, come ad esempio quelle termoelettriche. 

 

Sistemi di accumulo di energia: in pratica, batterie?

 

Sì e no. Sì, nel caso del BESS (Battery Energy Storage System): si tratta di impianti composti da grandi batterie in serie che servono per accumulare l’energia in eccesso prodotta dagli impianti rinnovabili, notoriamente caratterizzati e penalizzati da una produzione variabile nel tempo. Grazie ai BESS che stiamo realizzando per Enel Green Power daremo un contributo alla stabilizzazione della rete di distribuzione, rendendo gli impianti alimentati a fonti rinnovabili, notoriamente non programmabili, ancora più efficaci e per la produzione del corretto e sempre più eco, mix energetico. 

 

E quali sono invece gli altri sistemi?

 

Penso ad esempio al TEES (Thermal Energy Efficiency Storage), di cui abbiamo curato la prima installazione a livello mondiale presso la centrale termoelettrica Enel di Santa Barbara, per conto della società tecnologica Brenmiller Energy.  

Si tratta di un grande accumulatore di energia termica, che può stoccare 24 MWh di calore a una temperatura di 550°C per 5 ore, che permette di aumentare l’efficienza della centrale. In termini tecnici il sistema utilizza 2 fasi: charge, in cui Il vapore generato dalla turbina a gas attraversa il piping riscaldando le rocce posizionate in una serie di moduli; discharge, in cui il calore stoccato viene rilasciato per riscaldare l’acqua pressurizzata e generare vapore per produrre energia elettrica. 

Il TEES lavora in maniera integrata con il ciclo termico dell’impianto, fungendo da “cuscinetto energetico” per garantire una produzione elettrica più stabile e, al contempo, più reattiva rispetto alle variazioni richieste, aumentando così efficienza e flessibilità dell’impianto.  

In ultimo, ma non per ultimo, è un sistema estremamente sostenibile perché non impiega elementi rari e materiali costosi da estrarre e complessi poi da smaltire. 

 

La transizione passa sicuramente da grandi impianti, ma non solo, vero?

 

Verissimo, passa anche per innumerevoli piccoli interventi, che vanno dalla generazione distribuita all’efficientamento termo-energetico del patrimonio edilizio, sia civile che industriale. E noi siamo molto attivi su entrambi i fronti: abbiamo circa 20 cantieri attivi in grandi e medi condomini, in cui realizziamo interventi integrati che vanno dall’isolamento termico, all’installazione di pannelli fotovoltaici unitamente ai sistemi di ricarica dei veicoli elettrici, all’ammodernamento degli impianti tecnologici, al miglioramento sismico delle strutture. Si è trattato di circa 40 M€ di interventi in 2 anni e mezzo. 

Le attività continuano anche in ambito industriale: abbiamo diversi accordi con importanti gruppi “energivori” per programmi di efficientamento dei propri stabilimenti produttivi 

 

Siete attivi su moltissimi fronti, c’è ancora spazio per qualche novità che ci vuole anticipare?

 

L’elettrificazione costituisce indubbiamente uno dei driver principali per l’ammodernamento del sistema paese, per la concreta e “iperbolica” diffusione degli impianti di generazione da fonti rinnovabili e dunque per la sicurezza e autonomia del nostro sistema energetico nazionale.

Nell’imminente futuro, con tutte le nostre competenze e specificità, nondimeno con il nostro entusiasmo, contribuiremo a questa storica fase di evoluzione e sviluppo della rete infrastrutturale elettrica.

 

Con l’occasione ne approfitto anche per invitare tutti i lettori dal 23 al 25 maggio allo stand Proger all’OMC di Ravenna, Med Energy Conference & Exhibition. Un grande appuntamento internazionale che è storicamente “fossile”, ma che, come Proger, sta incessantemente divenendo sempre più green.