Commento Capital Group – le valutazioni rimangono interessanti in Europa

Lara Pellini, gestore di portafogli azionari di Capital Group -

Sebbene la rotazione fuori dai titoli statunitensi abbia incrementato i rendimenti delle società europee nel primo trimestre del 2025, il cambiamento più significativo è forse avvenuto nel contesto politico. La maggiore attenzione strategica alla sicurezza nella regione europea dimostra un rinnovato dinamismo e indica il passaggio a un nuovo modello di crescita, più incentrato sulla domanda interna che sulle esportazioni. Questo cambiamento ha spinto i governi ad aumentare gli investimenti, con i membri europei della NATO che si sono impegnati ad aumentare la spesa per la difesa. In Germania, un drastico aumento degli stimoli fiscali, tra cui un fondo per le infrastrutture da 500 miliardi di euro, ha contribuito a rafforzare le prospettive economiche.

La maggiore attenzione alla spesa per la difesa ha sostenuto i forti rendimenti del settore industriale. Anche il settore finanziario ha registrato un rialzo grazie al contesto di tassi più elevati e alle valutazioni inferiori rispetto alle controparti statunitensi.

Tuttavia, nonostante i rendimenti elevati, le valutazioni europee continuano a presentare opportunità, in particolare per gli investitori che adottano un approccio bottom-up nella selezione dei titoli. Molte aziende europee vantano un vantaggio comparativo nelle tecnologie verdi e dovrebbero quindi continuare a trarne beneficio man mano che i paesi investono nella decarbonizzazione.

L’attenzione costante alla sicurezza dovrebbe continuare a favorire le aziende europee. Sia la Francia che il Regno Unito dispongono di industrie della difesa di dimensioni ragionevoli. Sebbene il settore della difesa tedesco sia più piccolo, finora le sue aziende sono state tra le principali beneficiarie dell’aumento della spesa militare in Europa, grazie soprattutto al particolare fabbisogno di munizioni dell’Ucraina.

Benché permanga l’incertezza sui dazi, vi sono elementi che potrebbero mitigarne alcuni effetti. Nonostante l’indice europeo rispecchi i modelli osservati altrove, dove un numero limitato di titoli ha registrato ottimi risultati, l’indice europeo è molto meno concentrato rispetto all’S&P 500. È quindi meno dipendente da un piccolo gruppo di aziende che trainano l’intero mercato o, al contrario, lo trascinano al ribasso.

Il settore automobilistico tedesco, ad esempio, rappresenta una quota molto più ridotta del DAX rispetto a dieci anni fa, passando dal 17% nel 2014 al solo 7% nel 2024 secondo i dati della Deutsche Bank.

Alla luce della svolta verso lo stimolo della domanda interna in Europa, il mercato potrebbe anche rivalutare sempre più le società orientate al mercato interno europeo e proseguire la tendenza osservata nel primo trimestre.