Il diritto d’autore in ambito giornalistico rappresenta uno dei pilastri della tutela dell’informazione, soprattutto in un contesto digitale in cui i contenuti vengono riprodotti, condivisi e rielaborati con estrema facilità. In Italia la disciplina di riferimento resta la legge 22 aprile 1941 n. 633, che riconosce protezione alle opere dell’ingegno di carattere creativo, includendo a pieno titolo gli articoli giornalistici e il materiale fotografico o video pubblicato.
Un articolo di giornale è protetto dal diritto d’autore dal momento della sua creazione, senza bisogno di registrazioni formali. Il diritto spetta all’autore, ovvero il giornalista, anche quando l’opera viene realizzata nell’ambito di un rapporto di lavoro. In questo caso, però, entrano in gioco i diritti dell’editore e il diritto di pubblicazione e sfruttamento economico secondo quanto previsto dal contratto e dai contratti collettivi di categoria.
È importante distinguere tra diritti morali e diritti patrimoniali. I primi, come il diritto alla paternità dell’opera e all’integrità del testo, restano sempre in capo al giornalista e sono irrinunciabili. I secondi, invece, possono essere ceduti all’editore e riguardano l’utilizzo economico dell’articolo: pubblicazione, riproduzione, diffusione online, archiviazione digitale. Proprio su questo terreno si sono sviluppati negli ultimi anni molti contenziosi, soprattutto in relazione all’uso degli articoli su piattaforme digitali, rassegne stampa e database online.
Un altro nodo centrale riguarda il diritto di citazione. La legge consente la riproduzione di parti di articoli per finalità di critica, cronaca o discussione, purché la citazione sia limitata, non concorrenziale e accompagnata dall’indicazione della fonte e del nome dell’autore. La ripubblicazione integrale di un articolo altrui, anche online, senza autorizzazione resta invece una violazione del diritto d’autore.
Negli ultimi anni il tema si è intrecciato con il dibattito europeo sul diritto connesso degli editori introdotto dalla direttiva UE 2019/790 (direttiva Copyright). La norma mira a garantire una remunerazione agli editori per l’uso dei contenuti giornalistici da parte delle grandi piattaforme digitali, riconoscendo il valore economico dell’informazione professionale.
In sintesi, il diritto d’autore in ambito giornalistico non è solo una tutela individuale del singolo autore, ma uno strumento essenziale per difendere la qualità, l’indipendenza e la sostenibilità economica dell’informazione, in un ecosistema mediatico sempre più complesso e frammentato.