Come arginare la violenza sulle donne. Puntare soprattutto sui genitori, che debbono educare i figli maschi

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PATRIARCATO E FEMMINICIDI

tratto dal sito Inpiù

Come arginare la violenza sulle donne

— di Paolo Mazzanti
Forse l’immagine simbolo del patriarcato è l’affresco michelangiolesco della creazione di Adamo sul soffitto della Cappella Sistina: Dio con fluenti capelli e barba candidi che sfiora con l’indice il dito del primo uomo e gli trasfonde vita e potenza creatrice. La donna non c’è, perché verrà creata dopo dalla costola di Adamo e subito cederà alla tentazione del serpente e indurrà il compagno al peccato, sicché ancora oggi il consulente del ministro dell’Istruzione e Merito (?) Valditara, il professor Amadori, può scrivere della donna accostandola al diavolo. Gli eroi greci Ercole e Bellerofonte combatterono le Amazzoni, vergini-guerriere che si tagliavano la mammella destra per meglio utilizzare arco e frecce. Una donna contesa fu all’origine della guerra di Troia. E Giovanna d’Arco finì al rogo anche per aver infranto il divieto di vestirsi da uomo. La nostra civiltà si fonda tuttora sul primato maschile e suscitò stupore Papa Luciani quando disse che Dio è “più madre che padre”, mentre Papa Francesco, pur non avendo la volontà o il coraggio di infrangere il maschilismo della Chiesa ammettendo le donne al sacerdozio, ha detto che la Madonna vale più di San Pietro.

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L’Islam non prova neppure a superare il suo radicato maschilismo, mentre la nostra cultura laica e democratica proclama l’uguaglianza di genere, ma stenta a promuoverla in concreto per mille resistenze maschili. Soggiogati dal millenario primato “patriarcale” molti di noi faticano ad accettare serenamente i primati femminili che possono manifestarsi nel lavoro, nello studio, nella cultura, persino in una laurea conquistata prima del maschio, come accaduto alla povera Giulia Cecchettin. I più violenti, gelosi e fragili di noi non riescono ad accettare i successi e i rifiuti femminili e non resistono alla tentazione di ripristinare il loro primato maschile, sopprimendo la donna che li supera o li lascia. Che fare? Bene l’educazione ai sentimenti, bene intensificare le misure di prevenzione, benissimo i centri e il numero anti violenza (1522) e i segnali in codice per chiedere aiuto di cui ha scritto Giancarlo Santalmassi su InPiù. Ma non si può mettere un poliziotto dietro ogni donna e dunque bisogna puntare soprattutto sui genitori, che debbono educare i figli maschi anche a sopportare e accettare rinunce e rifiuti e devono cogliere i segni di possesso morboso da parte dei fidanzati delle figlie. E metterle in guardia e proteggerle, prima che sia troppo tardi.