Decreto mutui: correzioni in vista

di Rosaria Barrile -
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In attesa del parere della commissione Finanze del Senato, le associazioni dei consumatori sottolineano il rischio di reintroduzione delle penali per il mutuatario

Dopo l’alzata di scudi delle associazioni dei consumatori, il Governo si è detto “disponibilissimo ad apportare correzioni al decreto attuativo della direttiva europea sui mutui”, stando alle parole del viceministro dell’Economia, Enrico Zanetti.

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Prosegue quindi il dibattito sulla revisione dello schema del decreto legislativo relativo all’attuazione della direttiva europea sui mutui, che consentirebbe alle banche di mettere in vendita l’immobile in caso di mancato pagamento di sette rate.

Il testo attuale, ora all’esame, peraltro non vincolante, della commissione Finanze del Senato, introduce una serie di modifiche al Testo unico bancario con la riscrittura dell’articolo 120-quinquesdecies che di fatto consente di saltare le lunghe e complesse procedure di esecuzione immobiliare.

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In attesa del parere della commissione, che dovrebbe essere votato la prossima settimana, le associazioni dei consumatori hanno sottolineato le questioni più critiche.

Secondo i consulenti dell’Unione nazionale consumatori, stando al testo attuale scritto, “la banca, in teoria, può decidere di vendere la casa anche se si sono pagate le famose sette rate di cui tutti parlano. Il terzo comma dell’articolo 120-quinquiesdecies, in base al quale le parti possono convenire il trasferimento del bene alla banca in caso di inadempimento, parla genericamente di ‘inadempimento del consumatore’, senza specificarne la gravità”.

In sintesi, secondo l’associazione, il discorso cambia a seconda della normativa a cui si fa riferimento.

Se si fa riferimento all’articolo 1455 del codice civile, la banca potrebbe vendere l’immobile in tutti i casi in cui ritiene il mancato pagamento come un episodio “grave” (e quindi, ad esempio, anche se si sono saltate solo tre rate). Diversamente, se si fa riferimento all’articolo 40 del Testo unico bancario, in teoria, la banca dovrebbe avere la possibilità di mettere in vendita l’immobile solo dopo il ritardato pagamento di almeno sette rate, anche non consecutive.

Secondo l’associazione, inoltre, il decreto reintrodurrebbe le penali per l’estinzione anticipata del mutuo, eliminate nel 2007 dal Decreto Bersani.

“Nell’articolo 120-quinquies comma 2 è scritto che dal costo totale del credito (Taeg), sono esclusi i costi connessi con la trascrizione dell’atto di compravendita del bene immobile e le eventuali penali pagabili dal consumatore per l’inadempimento degli obblighi stabiliti nel contratto di credito”, spiegano gli esperti dell’Unc.

Sulla questione penali, peraltro, il Governo aveva già dato rassicurazioni mesi fa, escludendo la possibilità che chi rimborsa il finanziamento prima della scadenza possa essere chiamato a pagare oneri o indennizzi.