Mutui gonfiati: il tasso scende ma la rata no

di Rosaria Barrile -
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Secondo Confconsumatori, nonostante la sensibile diminuzione dell’Euribor, chi ha stipulato un finanziamento variabile ha spesso pagato più del dovuto

Quanto temuto da alcune associazioni dei consumatori si è nei fatti verificato. Nonostante nei primi mesi del 2015 si sia registrata una sensibile diminuzione dei principali tassi del mercato interbancario, tra i quali l’Euribor, chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile ha spesso pagato più del dovuto. A denunciarlo è Confconsumatori che avverte come alcune banche non abbiano applicato il valore reale del parametro (che era giunto persino a toccare livelli negativi) bensì gli avrebbero attribuito valore “zero”.

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Questo meccanismo avrebbe di fatto trasformato i mutui a tasso variabile in mutui con un tasso minimo pari allo spread applicato dalla banca.

Nel mese di gennaio del 2015 l’Euribor a un mese era diventato negativo; le banche a quel punto avrebbero dovrebbe applicare un tasso inferiore a quello previsto dal contratto di stipula del mutuo. Nel concreto, nel calcolare il tasso netto da applicare avrebbero dovuto sottrarre il valore assoluto dell’Euribor da quello dello spread.

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Ma in alcuni casi sono stati applicati interessi non allineati con le previsioni contrattuali e il risultato, in pratica, è che i risparmiatori hanno pagato più del dovuto.

A segnalare il “trucchetto”, come ricorda Confconsumatori, è la stessa Banca d’Italia che ha dichiarato: “sono emerse ipotesi in cui gli intermediari hanno neutralizzato l’erosione dello spread derivante dal sopravvenuto valore negativo del parametro, attribuendo a quest’ultimo valore pari a zero. Ciò ha determinato l’applicazione di tassi di interesse non allineati con le rispettive previsioni contrattuali”.

Secondo il coordinamento Associazione Nazionale dalla Parte del Consumatore e Confconsumatori – Federazione Provinciale di Brindisi, alla luce di quanto stabilito dalla Banca d’Italia, le banche non solo avrebbero dovuto astenersi dall’applicare di fatto clausole di “tasso minimo” non pubblicizzate e non incluse nella documentazione di trasparenza e nella modulistica contrattuale, ma, ora dovranno restituire ai clienti quanto pagato in più per la mancata applicazione dei parametri negativi.

I legali di Confconsumatori invitano chi ha un mutuo a tasso variabile a verificare la propria posizione e, qualora ne ricorrano gli estremi, chiedere alla banca la restituzione delle somme indebitamente percepite.

Come fare per verificare se si è pagato di più del dovuto? Come ribadito dai legali dell’associazione occorre in prima battuta verificare il parametro di indicizzazione del tasso applicato, quale, ad esempio, l’Euribor, e la presenza nel contratto di un tasso minimo sotto il quale il tasso di interesse non può andare. Qualora non sia indicato il “tasso minimo” e quest’ultimo sia stato nei fatti applicato dalla banca, il risparmiatore può chedere la restituzione di quanto ingiustamente versato.