Quali impatti hanno le notizie del vaccino sulle azioni europee?

-
- Advertising -

La diffusione delle notizie sull’efficacia dei vaccini sviluppati da Pfizer-Biontech e da Moderna ha avuto un impatto dirompente sulle Borse, accentuando quella dispersione dei rendimenti, che aveva già contraddistinto l’andamento dei mercati, in particolare in quest’ ultimo anno. A differenza però di quanto visto finora, tale dispersione ha favorito quei settori, categorizzati nell’universo del “value”, che erano stati un po’ messi da parte dal mercato, a scapito dei settori “growth” e “momentum”, che erano stati invece i preferiti dagli investitori nonostante le care valutazioni.

Osservando infatti la tabella si può notare come nella scorsa settimana abbiamo assistito a una importante rotazione settoriale. I fattori scatenanti sono stati i seguenti:

- Advertising -
  • posizionamento e consensus unanime del mercato su quei temi/settori che hanno maggiormente beneficiato delle trasformazioni imposte dalla diffusione del virus. Tale unanimità di consensus diventa molto pericolosa quando si creano delle discontinuità che il mercato non ha prezzato.
  • Visibilità del ciclo economico. È evidente come il vaccino rappresenti l’unica vera via di uscita a una situazione di oggettiva difficoltà, contribuendo a migliorare le prospettive del ciclo economico. E da questa maggiore visibilità sulla ripresa economica che si innescano i fenomeni descritti in precedenza che favoriscono i settori tradizionalmente più legati al ciclo, che compongono per la maggiore l’universo “value”.
  • Impatto sui tassi. In maniera contestuale alla diffusione della notizia del vaccino, abbiamo assistito anche a una presa di profitto sul comparto obbligazionario, che ha causato un incremento dei rendimenti specie per quegli asset definiti come safe haven. Un simile movimento ha creato i presupposti per una rotazione che è andata a penalizzare i settori correlati negativamente all’andamento dei tassi, come ad esempio le utilities, in quanto percepiti come settori slegati dall’andamento del ciclo economico, a beneficio di quelli ciclici che si caratterizzano per un relazione positiva con l’andamento dei tassi.
  • Valutazioni. Bisogna inoltre considerare come il gap di valutazione tra i diversi stili di investimento, che ha penalizzato lo stile value, ha raggiunto livelli molto estremi. Tuttavia, se da un lato è vero che le opportunità innescate dal Covid-19 non sono transitorie, dall’altro non possiamo non tener conto di valutazioni che via via sono diventate molto alte, con un rapporto rischio/rendimento secondo noi non attraente.
  • Recupero da eccessi e short covering. Come spesso accade la prima fase di qualsiasi movimento di inversione è segnata da una situazione di ricopertura delle posizioni di vendita allo scoperto poste in essere dal mercato e da chi aveva continuato a scommettere su un ulteriore ribasso del ciclo economico.

A questo punto la questione importante è capire quali siano i fattori che possono favorire il consolidamento del trend in atto o se invece questa rotazione è soltanto un fenomeno temporaneo alla stregua di quanto avevamo visto in passato. A nostro avviso tre sono i fattori che possono contribuire a dare continuità a questa tendenza:

  • capacità di uscire dalla fase attuale limitando i danni. Il contenimento dei possibili effetti negativi causati da ulteriori restrizioni per gestire l’attuale fase di convivenza col virus risulta essere importante per non minare la fiducia degli investitori.
  • Flusso di notizie sul fronte del vaccino. Dando per scontata l’autorizzazione del vaccino, la capacità di gestire in maniera efficace la diffusione e la commercializzazione dello stesso risulta essere cruciale per poter intravedere una via d’uscita definitiva dalla situazione di emergenza sanitaria, contribuendo così alla ripresa economica.
  • Centralità della politica fiscale vs quella monetaria. A questo punto l’efficacia della politica fiscale segnerà effettivamente il passo per un cambio di paradigma che vincoli sempre più l’andamento dei mercati azionari a quello di una crescita economica che benefici di politiche economiche più aggressive rispetto a quanto fatto fino ad ora. Solo in questa maniera si potrà assistere a un passaggio da un mercato guidato dalla liquidità immessa dalle banche centrali, necessaria per gestire le fasi più acute dalla crisi, a un mercato guidato dalle reali prospettive di ripresa del ciclo economico, favorendo in tal senso quei settori legati al ciclo economico penalizzati fino ad oggi.