Si anticipa la rivalutazione per proteggere le pensioni dall’inflazione

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Il decreti aiuti bis si propone di contrastare gli effetti economici di quella che viene definita dagli economisti come ”la più iniqua delle tasse”.

Tra i diversi profili di intervento vi è quello legato, come si legge nella Relazione illustrativa , a contrastare gli effetti negativi dell’inflazione per l’anno 2022 e sostenere il potere di acquisto delle prestazioni pensionistiche.

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Procedendo ad un livello più specifico di approfondimento si prevedono in particolare due misure ad hoc.

In primo luogo si anticipa al 1 novembre  il pagamento del conguaglio per il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2021, pari allo 0,2%. Va ricordato come ad inizio anno l’importo dei trattamenti previdenziali era stato incrementato dell’1,7% che era il livello di inflazione stimato, successivamente accertato essere pari all’1,9%.  Il conguaglio, secondo quanto previsto dalla normativa attuale, sarebbe dovuto avvenire a gennaio prossimo.

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Il provvedimento prevede poi  per le mensilità di ottobre, novembre e dicembre 2022, un incremento transitorio, di due punti percentuali, della percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni che dovrebbe operare dal 1° gennaio 2023, con relativo riconoscimento anche sulla tredicesima mensilità. Si applica cioè un incremento approssimato che verrà poi recuperato quando si calcolerà l’inflazione stimata e si applicherà la perequazione per il prossimo anno

Tale anticipo è però riconosciuto, prevede il decreto aiuti bis, qualora il trattamento pensionistico mensile sia complessivamente pari o inferiore all’importo di 2.692 euro

La norma precisa che l’incremento così ottenuto non concorre a determinare, per il 2022, il superamento dei limiti reddituali previsti per il riconoscimento di tutte le prestazioni collegate al reddito.