Fixed Income, Game on per i bond

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I mercati hanno recentemente (e rapidamente) riscoperto livelli di rendimento elevato che non si vedevano da una ventina d’anni, facendo sì che il reddito fisso possa ottenere forti rendimenti nel lungo termine, nonostante i futuri periodi di volatilità. Il sell-off del 2022 ha coinvolto pesantemente sia i titoli di stato che le obbligazioni societarie determinando un rialzo dei rendimenti su livelli elevati in tutto il reddito fisso. Di conseguenza, la volatilità del 2023 dovrebbe rivelarsi soltanto come un rallentamento all’inizio di una fase rialzista poiché questo flusso di reddito nuovamente elevato alimenta in ultima analisi i rendimenti obbligazionari attraverso questi eventi.

Fattori contrari si trasformano in favorevoli

La cautela sulle prospettive è certamente d’obbligo, tuttavia vale la pena considerare che i fattori che hanno penalizzato i rendimenti del reddito fisso negli ultimi trimestri segnano un’inversione di tendenza. Dai bassi rendimenti iniziali alla forte crescita, dall’inflazione elevata agli aumenti dei tassi di interesse da parte delle banche centrali, fino ai rischi sulla fornitura di energia tutte queste diverse fonti di preoccupazione si stanno probabilmente trasformando in fattori favorevoli.

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La crescita incredibilmente forte della prima metà del 2022 ha lasciato il posto a un ritmo moderato. Nel frattempo, i dati sull’inflazione stanno finalmente tornando a livelli più moderati, con indicatori concomitanti e anticipatori che promettono numeri di inflazione più bassi. A differenza dell’anno scorso, non solo la maggior parte delle banche centrali dei Paesi Sviluppati ha aumentato in modo sostanziale i tassi ma i mercati scontano ulteriori aumenti in arrivo: ad esempio, il punto massimo per i Fed funds è intorno al 5% mentre quello per i depositi della BCE è intorno al 3,5%. Lo spostamento dei fondamentali verso un’area positiva a reddito fisso suggerisce che il danno di tipo taper-tantrum ai tassi e agli spread è in gran parte alle spalle.

Il rallentamento dell’economia potrebbe dimostrarsi positivo per il credito. Il 2022 ha registrato una significativa caduta sia nei prezzi dei bond che nelle azioni, proprio come con il taper tantrum del 2013 o la correzione del quarto trimestre del 2018. Una dinamica che, come verificato anche di recente, ha rivelato come la più grande minaccia alla propensione al rischio sia semplicemente la paura di inasprimento della politica monetaria, tassi di interesse più elevati e ricaduta negativa nell’allargamento dello spread creditizio. Anche stavolta, durante il recente mercato ribassista, gli spread si sono ridotti in modo simile ogni volta che il selloff dei tassi si è attenuato. Pertanto, non appena le banche centrali dei Paesi sviluppati sposteranno l’attenzione dal contrasto all’inflazione al sostegno alla ripresa economica i prodotti a spread dovrebbero registrare buone performance

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Prospettive sui tassi: Un floor più alto?

A differenza della maggior parte dei cicli in cui l’aumento dei tassi nel mercato ribassista è seguito da una rapida discesa, questo ciclo potrebbe essere diverso, terminando con un plateau dei tassi d’interesse, piuttosto che con il tipico andamento a saliscendi.

Le ragioni più evidenti per cui questo ciclo si distingue? Con la disoccupazione bassa e l’inflazione alta, i banchieri centrali saranno reticenti ad allentare le condizioni monetarie, temendo una ripresa dell’inflazione. Una seconda ragione: i tassi potrebbero non aver bisogno di scendere. Dopo la crisi finanziaria globale, le politiche finanziarie sono state prudenti; pertanto, in questo ciclo non si sono verificate le bolle e l’eccesso di leva finanziaria che storicamente hanno reso necessario un forte calo dei tassi.

In sintesi, le prospettive dei tassi appaiono finemente equilibrate. È vero che si prospettano ulteriori inasprimenti della politica delle banche centrali. Ma i fondamentali sembrano volgere al meglio, con la crescita e la moderazione dell’inflazione, il che suggerisce che i tassi sono in prossimità di un picco. Il margine di discesa dei tassi, tuttavia, è probabilmente limitato, dati i timori dei banchieri centrali per la ripresa delle pressioni salariali e i bassi livelli di disoccupazione. È vero che l’orizzonte degli investimenti rimane offuscato e che l’ansia è elevata. Tuttavia, a compensazione del rischio, i rendimenti hanno oscillato dai minimi senza precedenti del 2020 fino alla fascia alta dell’intervallo degli ultimi anni, lasciando le obbligazioni ben posizionate per una forte performance a lungo termine.