Fed, si allontana il rialzo dei tassi

redazione -

Crisi cinese e crollo dei prezzi delle materie prime spingono a favore del rinvio 

L’atteso, e per molti versi temuto, rialzo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve non arriverà a settembre, come previsto finora. A spingere verso un rinvio della decisione sono i più recenti avvenimenti che hanno interessato i mercati internazionali. La crisi cinese e il conseguente crollo dei prezzi delle materie prime, a cominciare da quelle energetiche e dal petrolio allontana la prospettiva di un’inflazione intorno al 2% negli Stati uniti, che, insieme con una solida ripresa economica, è indicata come condizione necessaria per una svolta nella politica monetaria.

Il presidente della Fed di New York, William Dudley, che è un membro permanente del Fomc (il comitato per la politica monetaria) ed è considerato molto vicino alla presidente Janet Yellen, ha escluso esplicitamente che la riunione di metà settembre possa decisere un rialzo dei tassi, aggiungendo però che la “stretta” monetaria potrebbe arrivare entro la fine del 2016. Lo ha anzi auspicato, spiegando che ciò testimonierebbe un outlook positivo per l’economia Usa. 

Il calo dei prezzi dell’energia, però, in questo momento sta generando una spirale depressiva che, unita alla forte volatilità mostrata dai mercati nelle ultime settimane, consiglia prudenza.  

Anche la Banca centrale europea è alle prese con le difficoltà create da una crescita troppo contenuta dei prezzi, se non da una vera e propria deflazione. E il vice presidente dell’Eurotower Vitor Constancio ha ventilato la possibilità di un rafforzamento del piano di “quantitative easing” già avviato dalla Bce. 

Indicazioni importanti sulle prossime mosse delle banche centrali arriveranno da Jackson Hole, in Wyoming, dove si apre oggi il più importante appuntamento annucale degli economisti internazionali, che si concluderà sabato.