L’Ue rovina la festa del Cavallino

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Buono l’esordio a Wall Street, ma sotto le attese. Ha pesato la decisione della Commissione europea: Fca deve pagare tra 20 e 30 milioni di tasse evase

E’ stato decisamente positivo ma non trionfale come ci si aspettava l’esordio a Wall Street delle azioni Ferrari.
Offerti a 52 dollari, codice RACE, i titoli del Cavallino hanno chiuso le contrattazioni ieri sera a 55 dollari, con un rialzo del 5,7% dopo aver toccato in apertura quota 60 dollari.
Nell’occasione dello sbarco sul listino americano, che sancisce per Ferrari un valore superiore ai 10 miliardi di dollari, Marchionne ha annunciato che la quotazione del Cavallino in Piazza Affari potrebbe avvenire entro l’Epifania.

A rovinare la festa a Marchionne e Elkann è stata la decisione della Commissione Ue, che ha imposto al gruppo di versare al Lussemburgo tasse non pagate per 20-30 milioni di euro, frutto di accordi giudicati illegali.

In particolare, dopo 15 mesi di indagini l’Ue ha stabilito che c’è stato un trattamento fiscale privilegiato (“tax ruling”) di cui la filiale lussemburghese del gruppo automobilistico, Fiat Finance and Trade, avrebbe goduto con “una riduzione indebita dell’onere fiscale per almeno 20-30 milioni dal 2012 ad oggi”, e che deve restituire.

Fca ha ribadito attraverso un portavoce di non avere ricevuto “alcun aiuto di Stato in Lussemburgo”.
Il governo del piccolo Stato, dal canto suo, ha detto che “non condivide” il parere della Commissione e “si riserva ogni diritto”.