Per chi va in pensione nel 2016 assegno rivalutato solo sulla parte contributiva

di Walter Quattrocchi -

La variazione è comunque estremamente ridotta, a causa della bassa crescita del Pil nel quinquennio precedente

Chi va in pensione nel 2016 avrà la rivalutazione dei contributi avverrà solo sui versamenti che vanno calcolati con il sistema contributivo, mentre i contributi accumulati con il sistema retributivo non avranno rivalutazione.

Il dato emerge dalla lettura delle tabelle, pubblicate dall’Inps, sulle rivalutazioni del montante contributivo, delle retribuzioni dei dipendenti e dei redditi da lavoro autonomo, riguardanti le pensioni con decorrenza nell’anno 2016.

La rivalutazione della quota di contributi (il cosiddetto montante contributivo), di chi va in pensione nel 2016 che vanno calcolati con il metodo contributivo, sarà piuttosto magra: si tratta infatti di un innalzamento dello 0,5058%, risultato della variazione media del Pil nominale verificatasi nell’ultimo quinquennio: per esempio, mille euro di contribuzione accantonata nell’anno 2014, nel 2016 varrà 1.005,058 euro.

Pertanto i lavoratori che andranno in pensione quest’anno si vedranno rivalutare il montante contributivo, accreditato al 31 dicembre 2014, dello 0,5058%, mentre i contributi versati nel 2015, cioè nell’ultimo anno di lavoro prima di accedere alla pensione, non avranno rivalutazione, come previsto dalla riforma Dini che ha introdotto il metodo di calcolo contributivo dei versamenti pensionistici.

La quota dei contributi dei lavoratori che nel 2016 vanno in pensione e che avranno una rivalutazione del montante contributivo dello 0,5058%, sono i versamenti contributivi ricadenti nel sistema di calcolo contributivo della pensione (contributi dei lavoratori che risultano privi di un’anzianità contributiva al 1° gennaio 1996) e i versamenti ricadenti nel sistema di calcolo misto retributivo – contributivo della pensione (contributi dei lavoratori con meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 e, a decorrere dal 1° gennaio 2012, contributi dei lavoratori con un’anzianità contributiva pari o superiore a 18 anni al 31 dicembre 1995).

Nel 2015, a causa di una variazione media negativa del Pil nominale verificatasi nel precedente quinquennio, il Governo dovette intervenire con un decreto per evitare che il montante contributivo di chi andava in quell’anno in pensione avesse una rivalutazione in negativo.

Il provvedimento del Governo non fece altro che rimandare a un eventuale successivo dato negativo del Pil dell’ultimo quinquennio un possibile taglio del montante contributivo.

Occorre ricordare che il metodo di calcolo contributivo o sistema contributivo è un metodo di calcolo della pensione di vecchiaia che, anche se correlato ai contributi obbligatori versati, determina l’ammontare dell’assegno pensionistico secondo la legge vigente al momento del pensionamento e l’andamento della crescita o decrescita economica del Paese.

Nel caso italiano l’indice dell’economia del Paese ai fini pensionistici è legato alla variazione media quinquennale del Pil, che può risultare anche negativa.

Sarà il Governo a intervenire con dei correttivi per non svalutare il valore dell’assegno di chi dovesse andare in pensione per una rivalutazione in negativo del montante contributivo.