Banca Etruria: i primi tre indagati per truffa

-

Avvisi a tre direttori di filiale per la vendita delle obbligazioni subordinate. Modificati i profili Mifid dei clienti. Da appurare se abbiano agito autonomamente o su input dai vertici

Gli accertamenti giudiziari sulla vicenda di Banca Etruria vanno avanti. La Procura di Arezzo ha emesso oggi tre avvisi di chiusura di indagini nei confronti di tre direttori di filiale, per truffa aggravata ai danni dei risparmiatori “in concorso con ignoti”.

E’ da appurare, insomma, se i tre dirigenti abbiano agito da di propria iniziativa oppure su input ricevuti dai vertici della banca.
L’accusa riguarda la vendita ai clienti dell’istituto delle famose obbligazioni subordinate, diventate carta straccia dopo il decreto governativo “salvabanche”.

In particolare, per piazzare i titoli rischiosi sarebbero stati alterati i profili Mifid di alcuni clienti.
Esaminando il materiale fornito dai risparmiatori, i magistrati aretini del pool che indaga sulla vicenda, guidati dal procuratore della Repubblica Roberto Rossi, hanno rilevato che in alcuni casi sarebbe stato alterato il titolo di studio risportato nella scheda personale, che non corrisponderebbe a quello reale di chi investiva.

In più non ci sarebbe stata la diversificazione del rischio dal momento che i risparmiatori furono indotti ad investire tutto il loro denaro nelle famose obbligazioni emesse nel 2013.

L’inchiesta potrebbe ampliarsi e nel mirino della Procura ci sarebbero molte altre filiali di Banca Etruria.