Mps, ultimatum dalla Bce

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La vigilanza europea ha chiesto a Siena di liberarsi di 10 miliardi di crediti in sofferenza nei prossimi tre anni

Un piano triennale per normalizzare la quantità di crediti in sofferenza: è quanto la Banca centrale europea chiede a Banca Mps, in una lettera recapitata alla vigilia del referendum britannico sulla permanenza nell’Ue, e resa nota oggi dal quotidiano la Repubblica.

Secondo la vigilanza della Bce, Siena dovrebbe liberarsi di circa 10 miliardi di crediti “non performing” su n totale di 27 miliardi di sofferenze lorde (coperte per il 61% da accantonamenti).

Ma se l’istituto svalutasse 10 miliardi di crediti, si imporrebbe un nuovo aumento di capitale, da 3 miliardi, dopo i 9 miliardi già chiesti al mercato negli ultimi anni (l’ultimo aumento di capitale, anch’esso da 3 miliardi, risale a due anni fa.

Mps potrebbe cedere i non performing loans al fondo Atlante, che è stato creato anche per questo scopo. Ma dopo aver sottoscritto interamente gli aumenti di capitale di Popolare Vicenza e Veneto Banca, il fondo gestito da Quaestio Sgr ha bisogno di essere rifinanziato, se non affiancato da un ulteriore strumento, un “Atlante bis”.

Sul tavolo resta sempre l’opzione della fusione con un’altra banca. Il presidente del consiglio Matteo Renzi ha ribadito che la soluzione “di mercato” sarebbe l’opzione preferibile. La candidata più probabile alle nozze con Siena resta Ubi Banca. Ma per l’istituto guidato da Victor Messiah un prerequisito fondamentale è una pulizia nel bilancio di Mps. Proprio come quella richiesta dalla Bce.