Bce verso una politica ancora accomodante?

Gero Jung -

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Nell’Eurozona l’inflazione resta ben lontana dal target della Banca Centrale Europea di prezzi al di sotto ma vicini al 2% – una situazione che secondo noi potrebbe durare nel medio periodo.

Il mese scorso, l’inflazione core dell’Eurozona ha deluso con una lettura debole dello 0,9% a/a (-0,2 punti) – un calo più forte del previsto – come conseguenza di un contributo minore da parte dei prezzi dei beni primari (abbigliamento e calzature) e dei servizi (tariffe aeree, prezzi delle vacanze).

Parallelamente, il PIL è aumentato del 2,5% nel corso dell’anno, in linea con indicatori principali solidi pubblicati in precedenza.

Per quanto riguarda il mercato del lavoro, sebbene si possa osservare un certo miglioramento, l’assenza di pressione inflazionistica – malgrado un tasso di disoccupazione più basso – resta un problema per la Bce e, proprio su questo fronte, l’Istituto di Francoforte ha lanciato segnali contrastanti. Da un lato, il Presidente Mario Draghi ha infatti osservato che una ripresa dell’inflazione potrebbe derivare da nuovi posti di lavoro, mentre Benoit Coeure ha dichiarato che la curva di Phillips è più piatta, non lineare e imprecisa. Riteniamo che, anche se è probabile che a novembre si verifichi un rimbalzo dell’inflazione, questo sarà dovuto agli effetti base e a fattori stagionali.

A più lungo termine, la trasmissione estremamente lenta di un’attività economica in miglioramento alla crescita salariale comporterà un proseguimento della politica monetaria accomodante da parte della Bce.


Gero Jung – Chief Economist – Mirabaud AM

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