Mercati obbligazionari, Trump di nuovo sotto i riflettori

Kommer Van Trigt -

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In un mondo caratterizzato da un’accelerazione della crescita economica e da mercati rialzisti, le banche centrali dovrebbero proseguire la normalizzazione progressiva delle loro politiche. I Treasury USA e il debito locale emergente offrono segmenti di valore. Ma, seppur in assenza di inflazione salariale, gli investitori obbligazionari dovrebbero comunque a stare allerta.

I rendimenti dei titoli di stato USA hanno raggiunto la parte più elevata del ristretto trading range di quest’anno (2% – 2,6%). La ragione è da ricercare nei solidi dati sull’attività economica e nelle voci sui progressi dell’ambizioso piano di sgravi fiscali voluto da Donald Trump per incentivare la crescita e gli investimenti. Al momento l’economia USA viaggia ancora ai ritmi di crescita degli anni precedenti (2% – 2,5%), ma l’eventuale svolta di Washington potrebbe portarla al 3%. Non è questo, tuttavia, il nostro scenario principale. Inoltre, c’è la questione della presidenza della Federal Reserve. I candidati che Trump sta prendendo in considerazione hanno profili molto differenti e, quindi, anche un impatto diverso sui mercati. Per non parlare dell’imprevedibile reazione che Trump potrebbe avere nei confronti della Corea del Nord.

A nostro avviso, in un contesto di rialzo della crescita economica globale e di percezione positiva del mercato, le banche centrali farebbero bene a proseguire la graduale normalizzazione delle proprie politiche. Fintanto che l’inflazione rimane contenuta, ci sono buone opportunità di riuscirci senza disturbare troppo i tassi di interesse.

Predilezione per i Treasury americani e per le obbligazioni tedesche a lunga scadenza

Preferiamo i Treasury americani rispetto ai Bund tedeschi in termini di valutazione. Lo spread tra i rendimenti dei due blocchi è elevato in prospettiva storica. I livelli molto bassi dei rendimenti nei mercati obbligazionari dell’Europa centrale appaiono poco interessanti in termini di rapporto rischio/rendimento rispetto alle controparti USA (con copertura valutaria). Prevediamo una convergenza del differenziale di rendimento USA-Germania e abbiamo incrementato la nostra esposizione ai tassi di interesse dei bund trentennali tedeschi a scapito dei decennali. Questa parte della curva è davvero accentuata, anche rispetto ad altri mercati dei titoli di stato con rating elevato.

Il debito emergente in valuta locale rappresenta un segmento di valore

Mentre molti titoli a reddito fisso sembrano costosi, il debito emergente in valuta locale continua a offrire valore, i rendimenti reali di molti paesi emergenti sono interessanti rispetto ai mercati sviluppati, per effetto della precedente stretta monetaria e del calo dell’inflazione. Al momento, molte banche centrali stanno allentando le proprie politiche monetarie e noi abbiamo aumentato l’esposizione a un paio di questi paesi, tra cui Indonesia e Brasile (quest’ultimo con copertura valutaria). Rimaniamo rialzisti anche sui tassi locali messicani (con copertura valutaria). Il continuo afflusso verso questa classe di asset è positivo e i flussi cumulativi si mantengono inferiori al picco che ha preceduto il tapering. Il principale rischio da monitorare è la stretta monetaria prevista negli USA. Un posizionamento più aggressivo della Fed potrebbe infatti creare delusioni.

Più rialzisti sui titoli di Stato spagnoli; sempre ribassisti sull’Italia

Il nostro atteggiamento nei confronti dei titoli di stato spagnoli è passato da prudente a fiducioso. Siamo ottimisti per quanto riguarda i fondamentali spagnoli e riteniamo che l’ampliamento degli spread seguito al referendum catalano offra un buon punto di ingresso. Ci manteniamo invece sottoesposti sui titoli di stato italiani, a causa del probabile deterioramento della situazione politica dovuto all’imminente avvio della campagna elettorale per le elezioni di inizio 2018. Il primo ostacolo saranno le elezioni regionali siciliane dei primi di novembre, dove i sondaggi danno per favoriti i populisti del Movimento 5 stelle.

Il ciclo del credito è in fase di maturazione: manteniamo un atteggiamento prudente

Una solida crescita economica e un’inflazione moderata favoriscono il credito, ma le valutazioni sono diventate ancora più elevate. Il credito high yield rimane il settore più costoso, sia a livello assoluto sia rispetto all’investment grade. La storia però ci insegna che, nell’attuale fase del ciclo economico, le valutazioni eccessive possono durare a lungo.


Kommer van Trigt – Responsabile team Global Fixed Income Macro – Robeco

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