L’Ape volontaria al rush finale

Roberto Carli -

Come reso noto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri sul sito del Governo il Primo Ministro Paolo Gentiloni ha firmato lo specifico decreto attuativo in cui si recepiscono le indicazioni fornite dal Consiglio di Stato prima dell’estate con particolare riferimento alla previsione, in ragione del ritardato avvio (che sarebbe dovuta avvenire lo scorso 1 maggio), a domanda dell’interessato, l’efficacia retroattiva della norma, in modo da sterilizzare gli effetti della dilazione nell’emanazione del regolamento e far beneficiare degli effetti della misura fin dalla data originariamente fissata, con conseguente maturazione del diritto alla corresponsione degli arretrati dei ratei dell’anticipazione pensionistica.

Dopo la registrazione presso la Corte dei Conti e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale l’iter dovrà completarsi con la stipula delle specifiche convenzioni tra Mef- Ministero del Lavoro e Abi e Ania per il tasso di interesse da applicare al prestito previdenziale e per il premio assicurativo legato alla copertura caso morte obbligatoria abbinata.

La verosimile partenza dell’ Anticipo previdenziale dovrebbe aver luogo a questo punto da ottobre.

Ma cosa è l’Ape volontaria ? E’ una vera e propria operazione di finanziamento, sia pure a condizioni agevolate, che vuole rappresentare un reddito finanziario ponte che accompagni il richiedente al pensionamento. E’ richiedibile dai lavoratori dipendenti pubblici e privati, dai lavoratori autonomi e dagli iscritti alla Gestione Separata, a patto che non si trovino a più di 3 anni e 7 mesi dall’età di uscita (66 anni e 7 mesi). Secondo le stime del Governo si tratta di una platea potenziale di 300.000 persone nel 2017 e di 115.000 nel 2018 (va ricordato infatti come l’Ape sia una misura sperimentale fino al 31 dicembre 2018) .

Sarà necessario presentare all’Inps domanda di certificazione del diritto e domanda di pensione di vecchiaia da liquidare al raggiungimento dei requisiti di legge. Il prestito verrà erogato, tramite l’Inps che è il front office dell’operazione, dal soggetto finanziatore scelto dal richiedente tra quelli che aderiscono agli stipulandi accordi quadro da stipulare tra il Ministro dell’Economia e delle Finanze e il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e l’Abi .

Il finanziamento è rimborsato in 20 anni (la durata minima è di 6 mesi) in 260 rate mediante una trattenuta che viene effettuata dall’Inps all’atto del pagamento di ciascun rateo pensionistico, inclusa la tredicesima. Completata la restituzione la pensione sarà corrisposta per intero, senza ulteriori riduzioni per l’Ape. È comunque prevista la possibilità di estinzione anticipata del prestito, secondo i criteri fissati nel decreto.

Si prevede poi, per tutelare gli eredi dal rischio di premorienza, una polizza assicurativa obbligatoria in maniera tale che l’eventuale pensione ai superstiti venga corrisposta senza decurtazioni.

Dal punto di vista fiscale l’ Ape volontaria è un’erogazione esentasse e non richiede la cessazione dell’attività lavorativa. . A fronte poi degli interessi sul finanziamento e dei premi assicurativi per la copertura del rischio di premorienza è riconosciuto poi un credito di imposta annua nella misura massima del 50 per cento dell’importo pari a un ventesimo degli interessi e dei premi assicurativi complessivamente pattuiti nei relativi contratti.

Va ancora evidenziato come all’Ape volontaria, in combinazione o in sostituzione sia collegata la Rita, la specifica rendita temporanea anticipata erogata dai fondi pensione. La partenza dell’Ape volontaria significherà automaticamente anche la partenza della Rita per cui il richiedente, come previsto dalla Legge di Stabilità, dovrà produrre certificazione Inps.di avere diritto all’Ape.

Quello che va bene metabolizzato è che la scelta di beneficiare dell’Ape e di quanta Ape, da sola o assieme alla Rita, o ancora alla sola Rita, richiede una attenta ponderazione in ottica di pianificazione previdenziale, un percorso che deve essere sicuramente di “testa” e non di “pancia”.

La pensione è ,come il babà della canzone di Marisa Laurito, è “na cosa seria”.