Prestiti peer-to-peer: 5 motivi per diventare un prestatore

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Il settore del peer-to-peer lending conferma il suo trend positivo: nel 2017 sono stati erogati prestiti per un ammontare complessivo di 283 milioni di euro, che comprendono prestiti alle persone, alle imprese e sconti fatture.

Negli ultimi tre mesi dello scorso anno i volumi sono stati di oltre 111 milioni di euro, di cui circa 17 milioni erogati nel solo segmento dei prestiti tra privati. Una crescita pari al 7% rispetto al trimestre precedente e al 71% su base annua (Fonte: P2P Lending Italia). Dati che confermano l’espansione del volume di finanziamenti e il crescente interesse per il settore in Italia, alimentato anche dalla nuova tassazione del 26% sugli interessi derivanti da questi investimenti.

“Ogni richiedente ha esigenze specifiche, che vanno dalla necessità di far fronte a una spesa improvvisa alla ristrutturazione della casa e a molto altro ancora”, commenta Alessandro Floris, Country Manager per l’Italia di BLender Global (www.blender.loans), la piattaforma di Peer-to-Peer lending che ha recentemente debuttato in Italia. “D’altra parte, sempre più prestatori scelgono di investire entrando nel mondo del lending peer-to-peer per beneficiare dei suoi tanti vantaggi”.

1) Da 10 a 1000 euro per iniziare e un’App dedicata:

per aprire il proprio conto sulle principali piattaforme di presti on-line fra privati basta una cifra compresa fra i 10 ed i 1000 euro, variabile in base alle specifiche richieste di importo minimo per l’iscrizione. Importante anche la tutela dei dati degli utenti, ai quali il sistema di ogni piattaforma garantisce l’assoluto anonimato. Il conto è facile da gestire anche grazie alle App dedicate per mobile che consentono di registrarsi, eseguire operazioni, seguire l’andamento del conto e perfino ricevere un prestito proprio attraverso l’applicazione.

2) Tasso di interesse più alto per i prestatori:

i prestiti online tra privati consentono di aumentare i guadagni con tassi di interesse più elevati per i prestatori (compresi in media fra il 4 ed il 5%) rispetto a investimenti simili con analogo tasso di rischio. Tutto ciò é possibile grazie all’assenza di uffici, filiali e centinaia di dipendenti e operando con costi generali molto bassi con la gestione di tutte le operazioni online.

3) Richiedenti qualificati e diversificazione portafoglio prestiti:

grazie all’utilizzo di strumenti tecnologici e algoritmi avanzati, le piattaforme di prestiti peer-to-peer effettuano un controllo approfondito e rigoroso su chi richiede un finanziamento, basandosi sulla sua situazione finanziaria, sull’effettiva capacità di rimborso del prestito e persino sul suo profilo Social. Il capitale viene investito diversificando tra moltissimi finanziamenti, diminuendo così il rischio.

4) Il Fondo di Garanzia per i prestatori:

molte piattaforme prevedono la costituzione di un particolare Fondo di Garanzia che si attiva in automatico nel caso in cui uno dei richiedenti abbia difficoltà a restituire il finanziamento. BLender, ad esempio, alimenta il Fondo con versamenti pari ad una determinata percentuale dell’ammontare complessivo di ciascun prestito.

5) Cedere il prestito è semplice e veloce: basta 1 giorno

Molti operatori del settore dei prestiti peer-to-peer consentono l’accesso ad un mercato secondario per cedere i finanziamenti in essere. All’interno di BLender questa funzionalità è denominata ReBlend. Se si desidera quindi recuperare la somma messa a disposizione con la concessione di un finanziamento, basta semplicemente mettere in vendita il prestito: in questo modo un altro prestatore potrà acquistarlo.
“In media, si stima che nell’arco di un giorno il prestito venga rivenduto sul mercato secondario nell’80% dei casi”, conclude Floris.