Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria: crescita in lieve contrazione

Raiffeisen Capital Management -

Di recente in Polonia sono stati pubblicati dati economici eterogenei. L’inflazione è rimasta invariata, le vendite al dettaglio sono cresciute leggermente di più, la produzione industriale un po’ meno e il tasso di disoccupazione ha continuato a calare. Il primo ministro polacco ha presentato diverse iniziative in merito alla politica fiscale e sociale (tra cui tagli fiscali per le piccole imprese) nonché per lo sviluppo delle infrastrutture (Fondo per la costruzione di strade).

Nella Repubblica Ceca di recente la crescita delle vendite al dettaglio e della produzione industriale è diminuita più delle attese; nonostante ciò la disoccupazione è scesa ancora una volta a soli 3,5%. Il partito ANO 2011, del milionario Andrej Babiš, e i socialdemocratici formeranno con ogni probabilità un nuovo governo, ma da soli non hanno la maggioranza in parlamento e pertanto dipenderebbero dall’appoggio dei 15 deputati comunisti. Una parte dell’accordo prevede, tuttavia, le dimissioni di Babiš se dall’inchiesta giudiziaria contro di lui dovesse risultare che dieci anni fa aveva effettivamente utilizzato illegalmente sovvenzioni UE per il suo impero commerciale.

Come nella Repubblica Ceca, anche in Ungheria i dati congiunturali indicano una lieve contrazione della crescita. I mercati azionari dei CE3 hanno guadagnato ad aprile, in modo più significativo la Polonia (+3,7%), seguita dall’Ungheria (+ 2,8 %) e dalla Repubblica Ceca (+0,6 %).