Brexit: la strada per l’accordo è ancora tutta in salita

Bethany Payne -

Il 15 gennaio 2019 ha segnato una sconfitta storica per il governo britannico: l’accordo sulla Brexit del primo ministro è stato respinto con 432 voti contrari e 202 voti a favore.

La sterlina si è rafforzata a seguito della votazione. L’entità della sconfitta, che è in linea con le peggiori aspettative degli analisti/opinionisti, aumenta la pressione su Theresa May che necessita di un compromesso che potrebbe raccogliere il sostegno trasversale dei partiti.

L’Unione Europea (i 27 Paesi) probabilmente non concederà più nulla dal momento che non è chiaro “cosa” potrebbe ottenere l’approvazione della Camera dei Comuni. E’ invece più probabile che, in questa fase, vengano raggiunti compromessi interni che portino ad una Brexit “più soft”, ovvero a maggiori concessioni al partito laburista per la tutela dei diritti dei lavoratori e degli standard ambientali.

I conservatori dovranno ora cercare di trovare un equilibrio tra l’ammorbidimento dei toni attorno all’accordo e il mantenimento della fragile tregua all’interno del governo.

Poco dopo il risultato della votazione di ieri sera, la sterlina ha registrato un rally; nello specifico quando il leader del Partito Laburista, Jeremy Corbyn, ha richiesto una mozione di sfiducia. Ci si aspetta che Theresa May sopravviva a questa situazione con il sostegno del Partito Democratico Unionista (DUP) dell’Irlanda del Nord.

I fatti aumentano la probabilità che il Partito laburista si orienti verso un secondo referendum, che sarà considerato positivo per il Regno Unito dal momento che aumenta le possibilità di “bloccare” la Brexit. Tuttavia, qualsiasi speranza potrebbe presto essere scartata, in quanto gli emendamenti alla mozione di Theresa May di lunedì potrebbero prevedere votazioni indicative su eventuali alternative all’accordo, il che probabilmente confermerà che non esiste ancora una maggioranza per un secondo referendum in Parlamento.

Mentre gli sviluppi nel breve periodo potrebbero far sembrare che ci sia un maggior sostegno a favore di una “soft Brexit” e potrebbero indurre a ipotizzare un compromesso nei giorni successivi, è difficile intravedere un percorso non tortuoso verso un accordo finale. L’ottimismo di breve e la forza della sterlina potrebbero non durare fino a quando il premio per il rischio politico non sarà eliminato. Ciò che è chiaro è che è altamente probabile che l’applicazione dell’articolo 50 venga posticipata per consentire al Regno Unito di beneficiare di un “periodo di calma” e approvare così la legislazione necessaria ad evitare che un’uscita senza un accordo.


Bethany Payne – Global Bonds Portfolio Manager – Janus Henderson Investors