Fidelity International: Commento sul meeting della Fed

Anna Stupnytska -

La Fed è entrata nell’incontro di ieri con il difficile compito di superare, o almeno, soddisfare le aspettative già molto accomodanti del mercato. A giudicare dalla dichiarazione e dalla nuova serie di proiezioni, sembra aver avuto successo.

In linea con il recente cambiamento in termini di retorica e riconoscendo la recente perdita di slancio economico, il FOMC ha rivisto moderatamente al ribasso le sue previsioni di crescita per il 2019 e per il 2020. Anche il ritmo della disoccupazione è stato rivisto al rialzo, con il tasso di disoccupazione che dovrebbe aumentare nel periodo di previsione. L’aggiornamento del dot plot rafforza la posizione accomodante, con una previsione di nessun rialzo nel corso del 2019 e un solo aumento nel 2020. Questo è ancora leggermente al di sopra di quanto attualmente prezzato dal mercato, ma nessun partecipante al FOMC prevede un taglio dei tassi all’orizzonte. Inoltre, lo stesso FOMC ha anche annunciato che il deflusso di bilancio terminerà a settembre, in anticipo rispetto a quanto il mercato si aspettasse. Il presidente Powell ha sottolineato che le prospettive economiche rimangono favorevoli, con i principali rischi che rimangono esterni, tra cui il rallentamento globale, l’incertezza commerciale e Brexit. Allo stesso tempo, l’FOMC ritiene che i dati attuali non indichino un orientamento politico in nessuna delle due direzioni, il che rafforza la necessità di essere pazienti.

Questi cambiamenti consolidano le prospettive di una pausa prolungata nel ciclo di stretta, ma non lasciano alla Fed un ampio margine di manovra in caso i dati dovessero sorprendere al rialzo nel corso dell’anno. Date le distorsioni dei dati del primo trimestre, che condizionano i dati sull’attività verso il basso, ci vorrà più tempo prima che emerga una maggiore chiarezza sullo slancio economico.

È probabile si assista a un rimbalzo degli indicatori delle attività nel secondo trimestre, indicando una certa accelerazione dopo l’inizio dell’anno deludente. La combinazione di condizioni finanziarie più favorevoli, di una continua stretta dei mercati del lavoro e di un leggero miglioramento nella crescita e nell’inflazione nel corso dell’anno potrebbe richiedere un altro orientamento politico, rimettendo la Fed sulla traiettoria di una normalizzazione della politica. La ripresa del ciclo di rialzo dei tassi – verso la fine di quest’anno o nel 2020 – rimane il nostro caso base. Considerando i prezzi attuali, i mercati sarebbero vulnerabili in questo scenario. Nel frattempo, con Powell saldamente al suo posto, sembra si sia tornati in piena modalità risk-on.


Anna Stupnytska – Global Economist – Fidelity International