Fidelity International: commento sul meeting odierno della BCE

Anna Stupnytska -

Oggi Draghi ha tenuto un’altra lezione magistrale di tattiche “Shock & Awe”, su scala minore rispetto a prima ma in uno scenario dove sembrava non vi fosse molto spazio per sorprese dovish senza ricorrere a grandi misure politiche.

Come previsto, in occasione del meeting odierno, la BCE ha mantenuto i tassi di riferimento invariati. Anche l’annuncio del TLTRO era stato ampiamente previsto, anche se i dettagli forniti nella dichiarazione non erano attesi prima della prossima riunione. La sorpresa più accomodante rispetto alle aspettative di mercato è stata la modifica degli orientamenti futuri, che ora prevedono che i tassi di interesse rimangano ai livelli attuali “almeno fino alla fine del 2019”, mentre in precedenza il timing era “almeno fino all’estate”. Chiaramente il Governing Council ha valutato che la traiettoria dell’economia è al di sotto delle attese rispetto all’ultimo meeting, giustificando così un ulteriore spostamento accomodante e spingendo i piani di normalizzazione oltre il termine definito da Draghi.

Una view della BCE più ribassista in termini di crescita di inflazione si è tradotta in un declassamento delle sue previsioni, anch’esse molto più significative del previsto. Draghi ha enfatizzato la possibilità che il continuo rallentamento della crescita prosegua nel corso dell’anno, principalmente sulla base di fattori esterni come le incertezze politiche e la debolezza delle esportazioni. Allo stesso tempo, anche un’inflazione contenuta ha richiesto oggi un aggiustamento della politica.

Le misure della BCE sono totalmente giustificate dal contesto macro economico. Il rallentamento delle attività a livello globale prosegue e finora non vi sono segnali di ripresa. Una crescita debole in Cina, condizioni più stringenti a livello globale, incertezza legata alle politiche commerciali e alcuni fattori specifici per paese hanno tutti esercitato un freno sulle economie europee nel corso dello scorso anno. Queste economie, che sono strettamente legate a questi fattori, hanno sostenuto l’onere dell’aggiustamento, con la Germania che ne è un chiaro esempio.

In questa congiuntura, è difficile affermare che uno qualunque di questi venti contrari inverta la rotta in modo significativo. L’attività cinese non mostra segnali di ripresa ed è ancora molto incerto se l’entità degli stimoli già annunciati sia sufficiente a determinare un’eventuale ripresa a breve termine. Nonostante un certo allentamento nelle condizioni finanziarie a livello globale dall’inizio dell’anno, un freno relativo alla crescita rimarrà nel sistema per almeno i prossimi trimestri, e qualsiasi riassorbimento improvviso di tale inasprimento non è il nostro scenario di base. È possibile che l’incertezza geopolitica continuerà a dominare il sentiment degli investitori, con l’Europa che potrebbe diventare il prossimo “obiettivo” del protezionismo commerciale degli Stati Uniti.

Nel complesso, rilasciando molto più di quanto ci si aspettasse, la BCE ha essenzialmente evitato qualunque grande decisione politica almeno fino alla fine dell’anno, e probabilmente oltre. In assenza di grandi shock nel corso del 2019, la posizione della BCE dovrebbe rimanere per il momento invariata per il momento.


Anna Stupnytska – Head of Global Macro e Investment Strategy – Fidelity International