La Cina svaluta la moneta, aumentano le pressioni sul commercio globale

Nick Wall -

Il driver principale del selloff di oggi sugli asset rischiosi è la decisione della Cina di permettere la svalutazione del renmimbi contro il dollaro USA, con la valuta che è crollata sotto la soglia dei 7 renmimbi per dollaro per la prima volta dalla crisi finanziaria globale.

Mantenere l’ancoraggio della divisa era visto come una prerogativa chiave per un qualsiasi successo nei negoziati commerciali, ma dopo che il Presidente Trump ha deciso di aggiungere dei dazi ai rimanenti 300 miliardi di dollari di importazioni, Pechino ha deciso di sganciare la divisa nazionale.

Tutto ciò ha molteplici implicazioni. La più ovvia è che rende un accordo commerciale improbabile nel breve termine, soprattutto dopo che è stato riferito che alle aziende cinesi è stato detto di bloccare le importazioni di prodotti agricoli statunitensi.

In secondo luogo, ciò farà rafforzare il dollaro, danneggiando il resto del mondo che ha sottoscritto molti prestiti nella valuta di riserva. I rischi di un’ulteriore stretta del dollaro e una maggiore volatilità valutaria ora sono piuttosto elevati.

Terzo, è deflazionistico. La forza della valuta cinese implicava che il Paese importasse parte della deflazione mondiale. Ciò mette ancora più pressioni sulla Federal Reserve perché allenti la politica monetaria, in modo da facilitare la discesa del dollaro. La curva, gli scambi commerciali e il dollaro dovrebbero essere i parametri chiave a cui la Fed dovrebbe guardare, non i rallentamenti sul fronte dei dati macroeconomici domestici. Ora il mercato prezza tagli dei tassi da parte della Fed per 60 punti base entro fine anno, ma non credo che sarà sufficiente.


Nick Wall – co-gestore del fondo Merian Strategic Absolute Return Bond – Merian Global Investors