Vista l’incertezza meglio rimanere agili

Pascal Blanqué -

Nelle ultime settimane, sui mercati si sono alternate notizie positive sul fronte geopolitico (negoziati commerciali tra USA e Cina, Italia e ridimensionamento dei rischi di una Brexit senza accordo) e notizie meno positive riguardo allo stato di salute dell’economia (recessione tedesca, rallentamento del settore manifatturiero americano e della Cina).

Ciò ha favorito una ripresa delle azioni e un aumento dei rendimenti delle obbligazioni core. Probabilmente è iniziata una nuova fase attendista durante la quale i mercati rivaluteranno i timori di una recessione e le pressioni della dinamica commerciale sui bilanci delle aziende. L’anno scorso i principali driver dei mercati sono stati le aspettative d’inflazione e i tassi di interesse. Ora i principali fattori all’origine dei movimenti dei mercati sono le aspettative riguardo a una recessione e le aspettative riguardo agli interventi in materia di politica monetaria e fiscale. Riteniamo che le aspettative dei mercati siano eccessive in entrambi i casi. Il nostro scenario centrale non prevede una recessione nei prossimi 12 mesi perché i consumi interni sono ancora robusti (anche se il settore manifatturiero è in difficoltà). Tuttavia, gli utili societari potrebbero risentire della situazione visto il fragile contesto per i titoli azionari.

Inoltre, secondo noi, i mercati sono troppo ottimisti riguardo agli interventi di politica monetaria/fiscale. La BCE sembra aver superato le aspettative degli investitori implementando delle misure espansive. Tuttavia è evidente che la politica monetaria deve andare di pari in passo con le misure fiscali (la prima, da sola, non è sufficiente a contrastare la bassa crescita e la bassa inflazione). Per quanto riguarda gli stimoli fiscali, ci aspettiamo alcuni aggiustamenti, ma non dei cambiamenti sostanziali delle regole di bilancio dell’Unione Europea. Quando le aspettative riguardo agli interventi politici sono elevate, c’è il forte rischio che gli investitori rimangano delusi, e ciò potrebbe generare della volatilità su gran parte dei mercati. Detto ciò, ci sono due altri scenari alternativi che potrebbero verificarsi in futuro. Il più negativo è che il rallentamento si riveli più marcato del previsto a causa della persistente guerra commerciale e che vada a incidere sulle spese per gli investimenti o addirittura causi licenziamenti, soprattutto negli Stati Uniti dove le leggi sul lavoro sono flessibili (anche se sul breve termine le aziende sono riluttanti a ridurre il personale perché rimpiazzarlo ha forti costi), con ripercussioni sui consumi. I timori di rischi recessivi potrebbero anche causare una recessione, con conseguenze direttamente negative per gli attivi rischiosi. Esiste anche una terza possibilità, ovvero che le banche centrali implementino politiche aggressive e che al contempo vengano adottate delle misure fiscali. Ciò favorirebbe ulteriormente gli attivi rischiosi. Visti questi possibili scenari, e dato che al momento lo scenario numero uno e numero due ci appaiono come i più plausibili (fragilità, con valutazioni elevate in molte aree del mercato e rischi di una delusione), crediamo che gli investitori dovrebbero muoversi con prudenza e agilità.

Presentiamo le nostre quattro convinzioni (1) i tassi di interesse rimarranno bassi e quindi tra gli investitori continuerà la ricerca del rendimento dato che la crescita economica probabilmente resterà moderata. (2) Il commercio e la politica rimarranno al centro della scena e la globalizzazione si ridurrà. Pertanto dovrebbe aumentare l’importanza dei consumi interni e dei servizi correlati nei singoli Paesi emergenti e in quelli sviluppati. (3) Per quanto riguarda le azioni, si riaccenderanno i riflettori sui fondamentali e sugli utili. (4) La liquidità rimarrà cruciale per gli investitori che dovrebbero essere consapevoli del trade-off tra rischio, rendimento e liquidità.

In conclusione, il nostro principale messaggio per gli investitori è quello di cercare di preservare il capitale in questo scenario fortemente incerto e di muoversi con agilità per poter cogliere le opportunità in un contesto così volatile. In futuro essi dovranno valutare come cambiano le probabilità dei diversi scenari. Secondo il nostro scenario di base, attualmente i mercati nutrono attese eccessive nel policy mix. I timori di una recessione sono eccessivi e l’efficacia marginale delle misure monetarie è in via di diminuzione. Inoltre crediamo che esistano dei vincoli economici e politici tali da impedire una radicale inversione delle politiche fiscali in Europa/Germania.


Pascal Blanqué – Group Chief Investment Officer – Amundi