Covid -19, stimiamo una ripresa ad “U” dell’attività economica

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Il virus si sta diffondendo rapidamente in tutto il mondo e ha spinto i governi ad ampliare le misure di confinamento. I dati diffusi a metà marzo sia negli Stati Uniti che nell’area dell’euro lasciano già intravedere un pesante colpo per le economie.

Per dare un’idea della profondità dello shock, abbiamo fatto un calcolo approssimativo sull’impatto che la quarantena avrà nell’area euro per l’attività dei principali settori: finché le misure di confinamento saranno in atto, viene spento circa il 40% dell’economia. Se queste misure verranno mantenute per un mese intero e progressivamente revocate, si registrerà un calo del PIL dell’area dell’euro del 4% per il 2020. Se il confinamento durerà invece 2 mesi, la stima della flessione del PIL raddoppierà. Data la profondità del calo, è improbabile che il confinamento possa essere mantenuto per un periodo superiore ad un trimestre.

Il caso degli Usa è un po’ più complicato perché fino ad ora solo pochi Stati sono stati messi in quarantena (California e New York in particolare) mentre la misura del distanziamento sociale prevale in altri Stati. La nostra stima di base è di un calo del 10% del PIL statunitense. Ma poiché è probabile che il confinamento si estenderà ad altri Stati americani, il calo del PIL potrebbe facilmente peggiorare fino ad un -30%: per un confinamento di un mese, e ipotizzando un certo rimbalzo nella seconda metà del 2020, questo porterebbe ad un calo del PIL USA del -2% nel 2020. L’impatto di Covid-19 potrebbe tuttavia rivelarsi socialmente più difficile da sopportare, in quanto i settori direttamente interessati dal confinamento rappresentano il 50% della forza lavoro statunitense.

Mentre la durata del confinamento determinerà la profondità del calo delle attività, la qualità delle risposte politiche determinerà la rapidità e la forza del rimbalzo. Nelle ultime due settimane, molti policymaker sono intervenuti promettendo di fare “tutto il necessario” per sostenere le loro economie. Le banche centrali hanno abbassato i tassi delle loro politiche (o li hanno mantenuti bassi), annunciando maggiori acquisti di asset e stanno facendo del loro meglio per contenere le tensioni di liquidità.

Visto il gran numero di misure annunciate, continuiamo a credere che una ripresa a “U” sia ancora l’esito più probabile: quando il confinamento sarà revocato, l’attività dovrebbe progressivamente riprendersi. Affinché tale scenario si verifichi, tuttavia, è essenziale che le capacità produttive e i canali finanziari non siano stati compromessi. È inoltre essenziale che le misure di confinamento non durino più di un trimestre: tenere a galla l’economia per un tempo superiore potrebbe rivelarsi difficile.

Sebbene oggi questo non sia il nostro scenario principale, finché non sarà trovato un farmaco o un vaccino, non possiamo escludere il protrarsi di una situazione in cui il Covid-19 si dimostri più resistente. In tal caso, i governi potrebbero essere costretti a ricorrere a una “politica di adattamento” in cui le misure di contenimento, dopo essere state alleggerite, verranno applicate nuovamente in previsione della saturazione dei reparti di terapia intensiva, e si allenteranno una volta che i ricoveri in terapia intensiva diminuiranno di nuovo. Questo scenario dei “2 picchi Covid-19” implicherebbe un colpo più lungo e più profondo per le economie…

Questo scenario, sebbene possibile, potrebbe non essere il più probabile in quanto i progressi tecnologici – come la capacità di sequenziare rapidamente i genomi dei virus, le ricerche in corso sui farmaci già in pipeline o utilizzati per il trattamento di altre malattie che potrebbero essere utili per combattere il COVID-19 – potrebbero contribuire ad accorciare i tempi di realizzazione di un farmaco efficace. Quindi, per il momento, ci atteniamo al nostro scenario di una ripresa a “U”.