La Commissione europea “raccomanda” una crescita sostenibile e inclusiva

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Sono state presentate a Bruxelles le Raccomandazioni specifiche per Paese, con le quali la Commissione rivolge a tutti gli Stati membri dell’UE orientamenti di politica economica nel contesto della pandemia di coronavirus, concentrandosi sulle sfide più urgenti che questa comporta e sul rilancio della crescita sostenibile. Sono state poi adottate relazioni a norma dell’articolo 126, paragrafo 3, del Trattato sul funzionamento dell’UE per tutti gli Stati membri tranne la Romania, già inserita nel braccio correttivo del Patto.

Gli obiettivi economici 

Gli obiettivi da perseguire vengono differenziati in relazione all’obiettivo di riferimento, nel breve si intendono attenuare le gravi conseguenze socioeconomiche negative della pandemia da Covid 19.  Volgendo lo sguardo al brevio- medio termine si intende realizzare una crescita sostenibile e inclusiva. La crisi del coronavirus, viene sottolineato, non fa che accentuare l’importanza cruciale di quest’obiettivo. Le raccomandazioni spaziano nelle quattro dimensioni della sostenibilità competitiva rappresentate dalla stabilità, equità, sostenibilità ambientale e competitività , riservando particolare attenzione anche alla salute. Rispecchiano altresì l’impegno della Commissione di convogliare nel semestre europeo gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, in quanto tracciano un quadro integrato che spazia dalla sanità pubblica alle questioni sociali, ambientali ed economiche. Le raccomandazioni toccano settori quali l’investimento nella sanità pubblica e la resilienza del settore sanitario, il mantenimento dell’occupazione mediante il sostegno al reddito dei lavoratori colpiti, l’investimento nelle persone e nelle competenze, il sostegno all’imprenditoria (in particolare le piccole e medie imprese) e la lotta contro la pianificazione fiscale aggressiva e il riciclaggio. Ripresa e investimenti devono andare di pari passo, ridefinendo l’economia dell’UE in vista della trasformazione digitale e della transizione verde. Per quel che riguarda il bilancio le Raccomandazioni specifiche per Paese sono di carattere qualitativo e si discostano dai consueti requisiti finanziari applicabili. Rispecchiano l’attivazione della clausola di salvaguardia generale, raccomandando agli Stati membri di adottare tutte le misure necessarie per affrontare efficacemente la pandemia e sostenere l’economia e la successiva ripresa. Quando le condizioni economiche lo consentano, le politiche di bilancio dovrebbero mirare a posizioni di bilancio a medio termine prudenti e alla sostenibilità del debito, incrementando nel contempo gli investimenti.

Le raccomandazioni all’Italia

Per quel che riguarda il nostro Paese si analizzano in primo luogo le evoluzioni sui conti pubblici. Secondo il piano del Governo da un deficit/pil nel 2019 dell’1,6% si passa a un deficit del 10, 4% nel 2020 che declinerebbe al 5,7% nel 2021. Il debito/pil passa da 134,8% nel 2019 al 155,7% nel 2020. L’appesantimento degli indicatori di finanza pubblica comporta  rischi specifici con riferimento particolare alla dimensione considerevole delle garanzie pubbliche e alla volatilita’ dei rendimenti dei titoli sovrani.  Complessivamente l’analisi indica che non c’e’ sufficiente evidenza per concludere che il criterio del debito e’ rispettato o non lo e’ mentre il criterio del deficit non viene rispettato. Considerando l’incertezza eccezionale causata dalla straordinarieta’ dell’impatto della pandemia sulla situazione macroeconomica e sul bilancio, viene indicato che la Commissione non ritiene opportuno in questa congiuntura decidere se assoggettare l’uno o l’altro Stato membro alla procedura per disavanzi eccessivi. Gli Stati in questione sono oltre all’Italia Francia, Belgio, Cipro, Grecia e Spagna. Per in particolare Bruxelles ritiene che lo scarto tra il criterio del 3% e il deficit/pil al 10,4% nel 2020 va considerato eccezionale ma non temporaneo.  Quando la crisi sarà finita e le condizioni economiche lo consentiranno, il nostro Paese dovrà agire con politiche prudenti ed un bilancio pubblico equilibrato a medio termine, che garantisca la sostenibilità del debito.  Andando alle raccomandazioni sul “to do”   si suggerisce all’Italia di rafforzare la resilienza e la capacità del sistema sanitario, sia sotto il profilo degli operatori sanitari, che dal punto di vista dei dispositivi medici critici e delle infrastrutture.  Centrale viene ritenuto poi il rafforzare il coordinamento tra autorità nazionali e regionali.  In materia di lavoro si sottolinea la necessità di fornire adeguate fonti alternative di reddito e accesso alla protezione sociale, specie ai lavoratori atipici, attraverso l’uso di accordi di lavoro flessibili ed il sostegno attivo all’occupazione.

Profilo di rilevante importanza viene ritenuto essere ancora il rafforzamento dell’apprendimento a distanza e delle competenze   , anche digitali. Occorre ancora garantire liquidità alle PMI ed al lavoro autonomo, evitando al contempo ritardi nei pagamenti e migliorare l’efficienza del sistema giudiziario e della Pubblica Amministrazione.   Vanno ancora sollecitati investimenti pubblici e privati a favore della transizione verde e del digitale, in particolare nell’energia pulita, in ricerca e innovazione, nel trasporto pubblico sostenibile, nella gestione dei rifiuti e delle acque nonché infrastruttura digitale rafforzata per garantire la fornitura di servizi essenziali.