Nasce Poty, l’orto verticale che rivoluziona il concetto di urban farming

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Rispondere alla recente crisi causata dal Covid-19 in modo forte e concreto, per tracciare la rotta verso uno stile di vita più sostenibile e a contatto con la natura creando una community che condivide i medesimi valori. È questa la mission di Poty (https://it.hexagro.io/poty), prodotto appena lanciato da Hexagro azienda nata nel 2016 e da sempre impegnata ad implementare tecnologie di agricoltura verticale, in Europa come in molti Paesi in via di sviluppo, per mettere tutti nelle condizioni di accedere a cibo sano. L’azienda inoltre, per il suo lavoro nell’ambito della vertical farming, ha ricevuto importanti riconoscimenti dalla MacArthur Foundation e da Solar Impulse Foundation.

“Con Poty vogliamo far conoscere l’urban farming e riportare l’agricoltura nei luoghi dove vivono quotidianamente le persone, i centri urbani, permettendo loro di poter coltivare quanto necessario senza utilizzare pesticidi chimici e soprattutto contenendo lo spreco alimentare” – prosegue Alessandro Grampa – “Ma soprattutto far riscoprire il benessere che il giardinaggio e più in generale il prendersi cura delle piante apporta alle persone che non hanno modo di vivere a stretto contatto con la natura.”

Poty, infatti, è un orto verticale fabbricato da materiali riciclati e riciclabili costruito per spazi outdoor anche contenuti, quali balconi o terrazzi, perfetto per essere installato in città. Come una sorta di lego, Poty si presenta come una struttura modulabile verticalmente composta da diversi vasi a quadrifoglio a forma di fiore, che possono contenere fino a 40 piante nella sua “taglia” più grande. Con Poty, infatti, è possibile coltivare piccoli frutti, verdure a foglia e verdure normali e piante aromatiche stagionali.

Una nuova urban farming community e attenzione al benessere naturale

Una soluzione perfetta anche per chi teme di non avere il pollice verde necessario per mettersi alla prova e coltivare autonomamente sul proprio balcone. Poty presenta, infatti, un sistema di irrigazione autonomo, che basterà assemblare guidati dall’assistente digitale integrato. L’orto verticale di Hexagro infatti non è una semplice struttura di vasi bensì è una vera e propria piattaforma dove è presente un chatbot che guida l’utente nelle varie fasi della coltivazione, dando, inoltre, consigli in base a come ci si sente in quel momento. L’assistente digitale infatti, per favorire la ricerca del benessere, consiglia ove richiesto diverse attività di giardinaggio che si possono realizzare con Poty, con l’obiettivo di incrementare il benessere sia mentale che fisico. E se i frutti tardano ad arrivare o le foglie della propria pianticella ingialliscono, basta scattare una foto, inviarla al chatbot ed un agronomo di Hexagro saprà dare il suggerimento giusto. In ultimo suggerisce tutto ciò che serve per coltivare: il catalogo è in costante aggiornamento e arriverà a contare ad oltre 100 varietà di piante entro settembre, e soprattutto come utilizzarle in cucina.

Sostenibilità e attenzione al prossimo: due elementi imprescindibili di Poty

Ogni componente di Poty è realizzato in metallo o in plastica riciclata, l’obiettivo è sviluppare un modello di economia circolare per combattere gli sprechi e riutilizzare ogni materiale. Più in generale Poty punta a creare una community di persone unite dal medesimo stile di vita. Permettere quindi a tutti di potersi coltivare da soli prodotti non sempre reperibili sul mercato, sfruttando spazi minimi, e creando dei veri e propri urban farmer che possono connettersi tra loro, scambiarsi buone pratiche di coltivazione così come i prodotti coltivati o coltivare addirittura insieme. Non manca poi l’aspetto sociale, che da sempre investe ogni progetto sviluppato con Hexagro. Per ogni Poty venduto l’azienda installa nuovi moduli da installare in progetti sociali attraverso Hexagro Siembra Vertical. Il progetto, attualmente particolarmente attivo in Colombia con il supporto della NGO Fundaces, ha come obiettivo quello di supportare le comunità più vulnerabili al cambiamento climatico e che hanno maggiori difficoltà nell’adottare pratiche di agricoltura sostenibile, attraverso l’installazione di sistemi di vertical farming.