Un’estate all’insegna della solidarietà

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Gli asset rischiosi hanno continuato la loro scalata questa settimana, sostenuti dal momentum positivo delle politiche, degli utili societari e degli sviluppi sul vaccino. L’Europa è stata al centro della scena, con l’annuncio dell’accordo sul prossimo multi-financial framework e sul recovery fund, dopo una maratona al Consiglio europeo.

Nel pacchetto sul recovery fund sono stati mantenuti i 750 miliardi di euro, 390 dei quali saranno erogati sotto forma di finanziamenti a fondo perduto nei prossimi anni.

Il risultato è stato lievemente inferiore alla proposta iniziale di 500 miliardi di euro, ma ci si aspettava che le negoziazioni sarebbero state complesse e che avrebbero portato a un compromesso, data l’opposizione dei Paesi frugali. Alla fine, il compromesso ha soddisfatto entrambe le parti: Germania, Francia, Italia e Spagna sono riusciti a mantenere invariati gli elementi chiave dell’ambiziosa proposta, mentre i frugali sono riusciti a ottenere le concessioni necessarie su finanziamenti a fondo perduto, rimborsi e governance per accontentare i propri cittadini.

L’accordo prevede un aumento delle risorse concentrato nei primi due anni. Anche il bilancio dell’UE, al di là del recovery fund, è aumentato significativamente (compensando la minore entità dei finanziamenti a fondo perduto). È un elemento particolarmente rilevante, dato che il budget avrebbe dovuto essere notevolmente inferiore dopo Brexit.

A livello di finanziamenti, ci sarà una combinazione di emissioni di debito europeo e di nuove tasse green/digitali (rifiuti generati da sacchetti di plastica non riciclati, un meccanismo di regolazione per le emissioni di carbonio e un’imposta digitale).

I mercati europei hanno reagito in modo positivo alla notizia, con gli spread periferici e corporate che si sono ristretti. Tuttavia, si potrebbe pensare che l’accordo di per sé non sia stata una grande novità. Il processo era in corso da quando Merkel e Macron avevano avanzato la proposta iniziale del recovery fund in una conferenza stampa virtuale a maggio: l’unione e l’ambizione tra due dei maggiori Paesi dell’UE già da allora segnalava che non si sarebbe tornati indietro.

In conclusione, si tratta di un’audace dichiarazione di solidarietà da parte di tutti i membri dell’UE e apre alla possibilità di ulteriori integrazioni economiche in futuro.

Negli Usa il mercato del lavoro si scontra con il tasso di contagio

Se le stelle si sono allineate nell’Eurozona, non si può dire lo stesso per gli Stati Uniti.

Sul fronte coronavirus, l’aumento dei casi in molti stati è stato accompagnato da ulteriori chiusure locali, che continuano a minacciare la prospettiva di una ripresa a “V”.

Per questo continueremo a monitorare le divergenze nei dati che potrebbero materializzarsi nelle prossime settimane, mostrando un crollo nei dati relativi a luglio quando verranno pubblicati ad agosto. Nonostante la crescita del tasso di contagio, la realtà è che il tasso di riproduzione del virus sta lentamente scendendo verso 1 (molto inferiore rispetto a marzo), con il picco che potrebbe essere raggiunto presto. Intanto, anche il tasso di mortalità sta lentamente rallentando.

A nostro avviso, il principale rischio per la ripresa negli Usa riguarda l’incertezza circa il mercato del lavoro, che molto difficilmente tornerà sui livelli pre-crisi nel breve periodo. Per questo riteniamo che sia ancora più importante che il Congresso Usa negozi un nuovo pacchetto di aiuti economici nelle prossime settimane.

Sebbene le proposte iniziali di Democratici e Repubblicani fossero divergenti in merito a dimensioni e dettagli, siamo convinti che si giungerà a un compromesso.

Tuttavia, con i mercati che si aspettano un pacchetto da 1.000 miliardi di dollari come scenario di base, riteniamo che potrebbero restare delusi. Anche le nuove tensioni sino-americane hanno pesato sul sentiment nell’ultima settimana, con gli Usa che hanno disposto la chiusura del consolato cinese a Huston per proteggere la proprietà intellettuale americana.

Per il momento riteniamo che la recente escalation rappresenti più una strategia “tit-for-tat” che non una vera e propria azione, ma comunque non ci aspettiamo che questa retorica verrà meno nel breve, all’avvicinarsi delle elezioni Usa.

Riteniamo che Trump continui a voler enfatizzare l’interesse nazionale a voce alta per accontentare la sua base elettorale. Detto ciò, tuttavia, Trump non vorrà mettere a rischio l’accordo “fase 1”, che rappresenta una delle principali vittorie del suo primo termine, di cruciale importanza per il sentiment sul rischio nei mercati azionari Usa.

Il lato positivo del secondo trimestre 2020

La stagione degli utili è continuata nell’ultima settimana, con risultati generalmente superiori alle aspettative per il secondo trimestre, anche se rispetto a stime del consensus abbastanza negative.

Dato che il secondo trimestre ha colto l’impatto totale dei lockdown, il lato positivo per molte aziende è stato il fatto che le minori aspettative del mercato sono state più facili da battere.

Nonostante ciò, per i mercati la chiave continua a risiedere nella forward guidance, come potenziale indicatore delle tempistiche e del ritmo della ripresa.

Il sentiment degli investitori è stato anche supportato dagli sviluppi positivi sul fronte vaccino, dato che tre vaccini hanno mostrato risposte immunitarie solide nei primi test sugli uomini.

Ancora più importante per il mercato in generale è il fatto che tutti e tre i vaccini hanno dimostrato una sicurezza adeguata, un buon grado di efficacia e puntano a ricevere l’autorizzazione per un utilizzo di emergenza in autunno. In fondo, vaccinare la popolazione a livelli di ‘immunità di gregge’ richiederà più di un candidato.

Anche a fronte di questo scenario positivo per i vaccini, la società deve comunque continuare ad accettare e convivere con il coronavirus come parte della norma, con una seconda ondata di restrizioni che avverrà più a livello di comunità locale che a livello nazionale, in modo da minimizzare qualsiasi impatto economico avverso.

Guardando avanti …

I mercati finanziari ci sembrano bilanciati nella seconda metà dell’anno, con rischi crescenti, ma con un posizionamento complessivo sul rischio ancora molto contenuto. Da un lato, i pessimisti si focalizzeranno su timori di una seconda ondata di contagi, elezioni USA, crescenti tensioni USA-Cina, ripresa globale accidentata e condizioni di minore liquidità della stagione estiva, come motivi di cautela. Dall’altro lato, le azioni politiche (sia monetarie che fiscali) senza precedenti e i progressi sul vaccino vanno a supporto degli asset rischiosi.

Le nostre convinzioni più forti continuano a riguardare i bond IG e sovrani, in quanto queste sono le aree direttamente interessate dalle banche centrali e beneficeranno dalla scarsità di offerta di obbligazioni.

Nelle prossime settimane ci addentreremo nella quiete estiva e la volatilità calerà. È possibile che gli asset rischiosi continuino a macinare terreno al rialzo, ma con le valutazioni che diventano meno interessanti, la nostra priorità è di monetizzare i profitti e ridurre la portata delle nostre posizioni long, per prevenire un potenziale incremento della volatilità dopo l’estate.

Ciò che è indubbio è la solidarietà, l’ambizione mostrata da politici e policymaker nell’obiettivo comune di superare la crisi senza precedenti imposta dal Covid-19. Questo messaggio mette quasi in ombra il potere economico delle politiche monetarie e fiscali messe in atto.

Per l’Europa, l’estate 2020 sarà ricordata nella storia come il momento cruciale del primo accordo europeo in assoluto su uno strumento fiscale anticiclico. La sola idea di un trasferimento fiscale europeo sarebbe stata impensabile prima della pandemia.

Nell’ultima settimana, gli Stati membri europei hanno mostrato solidarietà e il desiderio di superare la crisi, consolidando il fatto che il progetto europeo rappresenta di fatto una comunità di valori comuni con un destino comune.