Di fronte a uno scenario in rapida evoluzione occorre una capacità diffusa di gestire i rischi

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L’educazione assicurativa e finanziaria è parte di quel grande e diffuso investimento in capitale umano che è necessario per interrompere il lungo periodo di stagnazione che la nostra economia sta attraversando. E’ stato sottolineato nell’ambito della Giornata nazionale dell’educazione assicurativa organizzata nell’ambito del Mese dell’Educazione finanziaria in cui sono stati sottolineati gli effetti pandemici  che hanno avuto impatti anche sulla sfera individuale, familiare,  sanità,  scuola, attività produttive, istituzioni.  In uno scenario inedito, ha sottolineato l’Ivass, sono affiorati nuovi bisogni, nuove fragilità e nuove forme di incertezza. Ci siamo trovati esposti a rischi prima non evidenti o comunque non ben compresi. Si pensi a quelli derivanti dal brusco aumento della domanda di cure intensive (il rischio di non poter ricevere cure adeguate), dagli effetti delle misure volte a limitare i contagi (il rischio di non poter svolgere la propria attività lavorativa), dalla riduzione della mobilità in ambito nazionale e tra paesi (il rischio di non potersi spostare per lavoro, per motivi familiari o per turismo).   Più in generale, si sono confermati i profili di vulnerabilità del sistema economico di fronte a eventi di tipo catastrofale, che compromettano il regolare funzionamento delle attività produttive. Sistemi economici tecnologicamente avanzati, con una forte divisione del lavoro e un’ampia integrazione internazionale possono risultare particolarmente esposti. La lezione che possiamo trarne è che occorre rafforzare sia la prevenzione sia la capacità di gestione delle crisi. Il settore pubblico e il settore privato devono cooperare sotto entrambi i profili.   Emerge allora anche un importante ruolo potenziale per l’industria assicurativa, che deve offrire a individui e imprese forme di assicurazione che affianchino l’intervento pubblico di emergenza e consentano di rispondere alle esigenze specifiche di ciascun soggetto. Sta anche all’industria offrire prodotti volti ad affrontare rischi remoti e con caratteristiche a volte difficilmente definibili con precisione ex ante, ma con conseguenze molto gravi. Servono coperture assicurative a protezione del reddito di famiglie e imprese che possano garantire rapidità di intervento e un primo sostegno ad ampie platee di beneficiari.   Occorre analizzare e fornire soluzioni a quelle che le tendenze più rilevanti:

  • l’invecchiamento della popolazione e la bassa natalità, aspetti che condizionano profondamente le scelte di ognuno di noi in relazione al risparmio, alla previdenza, alla gestione dei rischi
  • le trasformazioni del mercato del lavoro, accentuate dall’improvviso manifestarsi della pandemia
  • l’evoluzione tecnologica, che consente anch’essa una maggiore facilità di accesso ai mercati e amplia enormemente la gamma di servizi disponibili, ma che può avere anche effetti distorsivi sui processi decisionali dei consumatori, ad esempio inducendo un eccessivo orientamento verso il breve termine o facilitando comportamenti impulsivi;
  • l’emergere di rischi nuovi e inattesi, che evidenziano la necessità di disporre di strumenti e conoscenze idonei a fronteggiarli. Su tutti, ovviamente, il rischio pandemico, ma non vanno trascurati i rischi connessi al cambiamento climatico, purtroppo in forte crescita, o quelli derivanti dal sempre più ampio utilizzo della tecnologia (cyber risk).

Di fronte a uno scenario in così rapida evoluzione, quello che serve è una capacità diffusa di gestire i rischi.