Edmond de Rothschild: Presidenziali, è come nel 2000, ma con una pandemia in più

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Più dura l’incertezza sull’esito delle urne, maggiore sarà l’impatto sull’economia. L’incertezza che affrontiamo oggi assomiglia a quella delle presidenziali del 2000 tra George W. Bush e Al Gore, che perse in Florida per 537 voti. Questo ristretto margine spinse i Democratici ad appellarsi alla Corte Suprema della Florida e alla Corte Suprema degli Stati Uniti: la fase di stallo durò 36 giorni fino al 12 dicembre, quando Bush fu dichiarato ufficialmente vincitore.

Le situazioni di incertezza, quando durano, sono generalmente dannose per la crescita economica in quanto inducono estrema cautela. Questo si traduce per le famiglie in più risparmi, meno consumi, un rinvio dei grandi acquisti e molto spesso un calo del morale. Dal punto di vista delle aziende, un classico comportamento è il rinvio delle assunzioni e degli investimenti che può anche essere accompagnato da una riduzione dei posti di lavoro, poiché l’incertezza ha spesso un impatto sul portafoglio ordini.

La differenza principale con le incertezze che si manifestarono durante le elezioni del 2000 è che gli Stati Uniti stanno attualmente affrontando una delle peggiori crisi della loro storia a causa della pandemia. L’aumento dell’incertezza sul vincitore sarebbe un’ulteriore difficoltà da affrontare per l’economia statunitense che, potrebbe, inoltre, anche generare un impatto negativo sui mercati finanziari. Durante la crisi elettorale del 2000, l’S&P500 calò dell’8%. Analogamente sul mercato obbligazionario, il tasso a 10 anni aveva perso 57 punti base tra il 7 novembre e il 12 dicembre, passando dal 5,87% al 5,3%.

Elemento dunque fondamentale sarà la durata della fase di incertezza: più lunga sarà, maggiore dovrebbe essere il nervosismo degli investitori. Inoltre, anche l’impatto economico potrebbe essere tanto più pesante quanto più tempo ci vorrà per arrivare ad una situazione chiara.