L’importanza del vaccino contro il COVID-19 per i mercati emergenti

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Molti paesi emergenti, tra cui la Russia, il Brasile, la Turchia, l’Argentina, la Cina e l’India, hanno sofferto particolarmente il periodo di crisi dettato dalla pandemia, e crediamo che stiano avendo difficoltà nel ripartire.

Infatti, la sfiducia degli investitori nei mercati emergenti, ha portato le attività sottostanti a valori molto bassi. Quando il valore di mercato di un’azione, per esempio, è più basso del suo valore contabile, si presume che acquistare sia tendenzialmente una buona scelta. Ad oggi, però sosteniamo che questo non sia l’elemento principale a determinare se acquistare o meno nei mercati finanziari emergenti. Infatti, crediamo che la performance di breve e medio periodo di un investimento nei mercati emergenti derivi fondamentalmente dalla commercializzazione del vaccino nei prossimi tre mesi.

Il vaccino è in via di sviluppo nelle case farmaceutiche Pfizer, Moderna, AstraZeneca. Pfizer ha in programma di distribuire 100 milioni di dosi nel 2020, e 1.3 miliardi di dosi nel 2021. Mentre, Moderna sostiene di poter distribuire 20 milioni di dosi nell’anno, e tra le 500 milioni e 1 miliardo di dosi nel 2021. Invece, AstraZeneca ha in programma di distribuire 22 milioni di dosi nella prima metà del 2021. Stimiamo che ciò avrà un impatto positivo in termini di PIL globale. Infatti, la crescita del PIL globale stimata è del 5.4% ed in USA dello 6.2%.

Crediamo quindi che il vaccino possa finalmente agevolare la ripresa dei mercati emergenti, grazie alla fiducia degli investitori che invece di vendere attività, ritornerebbero ad acquistare. In conclusione, sosteniamo che se il vaccino per il corona virus sarà emesso a breve, allora tutti gli investimenti che danno fiducia ai mercati emergenti porteranno ritorni positivi; qualora invece il vaccino non sarà distribuito nel breve periodo, stimiamo che comperare obbligazioni, tassi, valute, o azioni dei mercati emergenti porterebbe un risultato mediocre se non negativo.