La ripresa accelera ma aumentano le disuguaglianze
La settimana scorsa il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) ha migliorato le proprie previsioni per la crescita globale del 2021 di mezzo punto percentuale, portandole al 6%, in scia alle notizie positive dall’inizio dell’anno. Anche se la ripresa è sulla buona strada, è diventata sempre più disomogenea a livello di Paesi e regioni. Cina e Stati Uniti hanno aperto la strada per uscire dalla crisi e stanno registrando quella che sembra una ripresa a forma di V. In particolare, il Fmi ha rivisto la propria proiezione di crescita per il 2021 per gli Stati Uniti in modo significativo portandola al 6,4% dal 5,1%, sulla base del pacchetto di stimoli da 1,9 miliardi di dollari e dei progressi significativi nella campagna vaccinale. Nelle economie avanzate, la divergenza tra Stati Uniti ed Eurozona si è ampliata, riflettendo le differenze nell’introduzione dei vaccini e nell’attuazione dei pacchetti fiscali. I mercati emergenti si sono ripresi con forza, ma rischiano di perdere una ripresa inclusiva e sostenibile a causa della mancanza di risorse.
I dati PMI finali – rilasciati sempre nel corso della scorsa settimana – hanno ampiamente confermato il quadro positivo delle prospettive. Il PMI composito globale è aumentato a 54,8 a marzo, da 53,2, segnando un massimo da febbraio 2018. I dettagli hanno mostrato guadagni su larga base in tutti i Paesi, regioni e settori, e la continua sovraperformance degli Stati Uniti.