Lo sguardo oltre

-

Con qualche difficoltà l’armata di Putin prosegue lentamente su tre fronti la marcia verso Kiev. Come ulteriore ritorsione, dopo le pesanti sanzioni finanziarie imposte nelle scorse settimane, Stati Uniti e Regno Unito mettono al bando le importazioni di gas e petrolio dalla Russia. Nel frattempo, proseguono i negoziati alla ricerca di un accordo che possa porre fine alle ostilità. Difficile fare previsioni allo stato attuale, Zelensky si è detto disposto a trattare di una eventuale neutralità militare perpetua, da inserire nella costituzione sul modello austriaco, in cambio di garanzie da parte del Governo russo sulla sicurezza e indipendenza dell’Ucraina. Manterrebbe così la completa autonomia del suo Paese e del suo governo e Putin otterrebbe ciò a cui puntava fin dall’inizio del conflitto: la smilitarizzazione dell’Ucraina e lo stop definitivo alla possibile adesione alla Nato, magari con accordi che includano anche l’indipendenza del Donbass e della Crimea. Sembra quindi che si stiano aprendo flebili spiragli per l’inizio di una trattativa seria, diversamente da quanto avvenuto negli incontri avuti finora, anche se sul campo, purtroppo, ancora nulla è cambiato. I mercati, però, dopo le forti correzioni dei giorni scorsi, stanno cercando una base da cui ripartire. La possibilità, seppur remota al momento, di una tregua e le attuali valutazioni azionarie, tornate a buon mercato su quasi tutti i listini, potrebbero essere il driver giusto per un recupero nel breve.

Anche l’evoluzione dei dati macro resta incoraggiante, con le ultime rilevazioni che mostrano un recupero delle attività dopo le chiusure legate al Covid. Se dovesse arrivare un accordo che portasse la fine delle ostilità e la sospensione delle sanzioni, allora assisteremmo ad un forte rimbalzo di tutti i listini, con maggior enfasi ovviamente su quelli Europei.

I tassi governativi riprenderebbero a salire, anche in questo caso con maggior forza sulla curva euro. Credito e debito emergente tornerebbero di grande interesse, visto il forte allargamento degli spread avuto finora. Se, al contrario, il conflitto dovesse perdurare a lungo o dovesse risolversi senza una tregua (con la capitolazione dell’Ucraina e la permanenza delle sanzioni), l’estromissione totale della Russia dal commercio con l’Occidente porterebbe conseguenze per l’economia di sicuro molto pesanti (per l’Europa in primis). Con la prospettiva di una possibile recessione, assisteremmo ad un ulteriore correzione dei listini azionari e a una forte discesa dei rendimenti obbligazionari. In entrambi i casi, avere un po’ più di liquidità in portafoglio in questa fase è consigliabile. In caso di evoluzione positiva del quadro geopolitico, permetterebbe di cogliere le occasioni d’investimento che si sono create nelle ultime settimane, diversamente come recita il famoso detto, “Cash is King”.