USA: Fine del denaro a costo zero. E in Europa?
Con l’annuncio del primo rialzo dei tassi dalla fine del 2018, il presidente della Federal Reserve – Jerome Powell – ha messo fine a due anni di tassi ufficiali a zero. È così scaduto il tempo delle agevolazioni straordinarie messe in atto contro il Covid.
Il tasso di disoccupazione al 3,8%, previsto al ribasso in marzo, fa sì che il mercato del lavoro statunitense sia molto vicino alla piena occupazione. Anche la situazione economica è lusinghiera: la crescita – lo scorso anno dinamica e in aumento del 5,7% – dovrebbe, secondo la Fed, proseguire e attestarsi al 2,8% nel 2022. È quindi sull’inflazione che si sta concentrando ora la Federal Reserve americana dove c’è parecchio da fare per arginare il fenomeno visto che i prezzi al consumo sono in aumento dell’8% su base annua, livello che non si vedeva dagli anni ’70. Rivolgendosi alla stampa Jerome Powell è stato molto chiaro: ha dichiarato che la Fed è disposta a fare pieno uso di tutti gli strumenti in suo possesso per evitare che l’inflazione finisca per radicarsi a un livello ben superiore al suo obiettivo del 2% annuo, no matter what happens.
Ironia della sorte, la Fed segue le orme della banca centrale russa che, poche settimane prima, aveva raddoppiato i tassi ufficiali portandoli al 20%! Il parallelismo con la Fed si ferma ovviamente qui visto che i contesti economici russo e americano sono molto diversi. In ogni caso, la Federal Reserve sta adottando un approccio restrittivo e intende mantenerlo a lungo. I suoi membri si stanno quindi preparando ad aumentare i tassi sette volte nel solo 2022. Si sta così chiudendo, un po’ per volta, il rubinetto della liquidità ed è ragionevole aspettarsi che, oltre all’aumento progressivo dei tassi ufficiali, la Fed inizi a ridurre il suo bilancio nei prossimi mesi. Si sgraverà, man mano, dei crediti acquisiti per mantenere condizioni di finanziamento estremamente favorevoli per lo Stato americano e per le imprese durante la crisi sanitaria. Attraverso questo canale, ha certamente salvato più di un’azienda da una bancarotta sicura: ricordiamo l’affondamento annunciato, al culmine della crisi nel 2020, dell’industria delle crociere, un settore che la Federal Reserve ha finalmente riportato a galla, in extremis.
Questi acquisti di asset hanno altresì contribuito all’aumento dei prezzi spingendo le aziende e le famiglie a indebitarsi.
È quindi la fine del denaro a costo zero negli Stati Uniti. In Europa, invece, la BCE continua a mantenere condizioni di finanziamento particolarmente favorevoli dato che proseguono gli acquisti di asset e i tassi ufficiali rimangono in territorio negativo. Ci si può però domandare per quanto tempo ancora?